NAVA NON SI FERMA PROPRIO PIU’: ADESSO CHIEDE INDIETRO I SOLDI
DI SANREMO A FAZIO E LITTIZZETTO

NAVA E SANREMOLECCO – Sempre più lanciato, grazie anche alla consulenza del noto esperto di comunicazione Klaus Davi, il presidente di Villa Locatelli: “Invito i conduttori a restituire i compensi stellari ricevuti”, commenta così Daniele Nava il crollo di ascolti della sessantaquattresima edizione del Festival di Sanremo, dopo le prime due puntate e la disaffezione alla kermesse da parte delle grandi regioni del Nord, in particolare la Lombardia, secondo la classifica rilasciata da Omnicom Media Group. “Alla luce dei catastrofici dati di ascolto – continua il presidente della Provincia di Lecco – Fazio che attribuisce la defezione al Milan e si guarda bene dal chiedersi se il suo popolo di sinistra non sia rimasto schifato dal leggere quanto lui e la madama della sinistra chic piemontese portano a casa per poche serate: un totale di oltre un milione di euro a puntata; mentre le aziende chiudono, gli operai sono alla fame, Fazio, Littizetto e i loro agenti brindano. Alla faccia del proletariato.”

“L’edizione di Sanremo 2014 nasce sotto i peggiori auspici, visto che i cittadini lombardi e, in generale quelli delle regioni del nord produttivo, scelgono di investire il proprio tempo dedicandosi ad altro. La lettura del dato registrato da Omnicom Media Group è una conferma di quanto i cittadini del nord ne abbiano abbastanza di questo spreco di fiumi di denaro pubblico, tra cachet e canone che pesano sulle spalle di chi è abituato a pagare sempre tutto, ossia il centro produttivo che, indignato, non guarda Sanremo. Tra l’altro trovo il Festival unidirezionale come matrice politica. Uno spettacolo pietoso con il quale la Rai contribuisce alla disaffezione del Nord verso le Istituzioni”, conclude il presidente della Provincia.

Insomma, dopo Bollywood e Virzì la scure di Nava-Davi ora si abbatte anche su Sanremo. Tenuto conto che alle elezioni europee mancano ancora più di tre mesi (per non parlare di quelle per il sindaco di Lecco, nel 2015), c’è da aspettarsi una escalation planetaria per le bordate del presidente-picconatore. Al quale evidentemente la sola provincia manzoniana sta stretta, strettissima.