NON PROTEGGEVA IL FRATELLO.
VIENE ASSOLTO DALL’ACCUSA
DI FALSA TESTIMONIANZA

toga-giudiceLECCO – È stato assolto dall’accusa di aver reso falsa testimonianza per proteggere il fratello. È la sentenza pronunciata questa mattina dal presidente Enrico Manzi nei confronti di Y. O. che il 10 novembre del 2014 aveva testimoniato durante il processo del fratello, accusato di non aver rispettato la misura degli arresti domiciliari.

“Eravamo andati a fare una verifica a casa del soggetto, come spesso capitava – spiega l’appuntato scelto che aveva seguito il caso da cui è scaturito questo procedimento – e una volta arrivati ci siamo accorti che l’uomo si trovava fuori dalla propria abitazione, in strada a parlare con una persona. Quando ci siamo avvicinati, abbiamo notato il ragazzo correre di sopra per risponderci al citofono e aprire la porta”. Alla domanda dell’avvocato della difesa Simona Bove, il carabiniere precisa di non essere entrato in casa e conferma di non aver potuto verificare chi fosse presente in quel momento all’interno dell’abitato.

A seguito di questa circostanza è scaturito un procedimento penale, durante il quale l’imputato di oggi avrebbe mentito, dicendo che il fratello non era uscito di casa e gli uomini delle forze dell’ordine lo avrebbero scambiato per lui.

“In realtà io ho detto che non sapevo se fosse sceso perché non lo avevo visto scendere. Io ricordo di essere tornato con mio cugino quel giorno dopo una partita di calcio, di essere andato velocemente in casa per farmi la doccia dal momento che dovevo uscire. Proprio mentre mi preparavo sono arrivati i carabinieri ed è successo il trambusto. Durante l’udienza ho solo detto di non aver visto mio fratello scendere e ho suggerito che potevano avermi scambiato con lui mentre ritornavo a casa, dal momento che avevamo gli stessi pantaloncini gialli”. Dichiarazioni che secondo la difesa possono essere state fraintese per problemi di comprensione linguistica, derivanti dall’origine straniera del ragazzo.

Versione che non convince il vice procuratore onorario Mattia Mascaro: “Abbiamo una sentenza di colpevolezza a carico de fratello dell’imputato e abbiamo le dichiarazioni rese del teste, è incredibile che ci siano stati problemi con l’italiano che anche in questa sede dimostra di capire bene.

Di parere opposto l’avvocato Bove: “Il mio assistito non comprendeva il significato di alcuni termini tecnici usati per formulargli le domande e in questa sede ha chiarito e giustificato le risposte che ha fornito quel giorno in aula. Nessuno ha smentito la circostanza che lui sia tornato a casa assieme al cugino e che indossasse in quel momento dei pantaloncini gialli. Del resto se avesse voluto mentire per il fratello avrebbe fornito una dichiarazione molto più netta e meno incerta”.

Manuela Valsecchi