NUOVO COMUNE, BRIGATTI (FI):
“FIGURACCIA GRANDE QUANTO
IL PALAZZO DELLA EX DEUTSCHE”

Dopo aver ascoltato la commissione I di giovedì, ritengo necessario intervenire per rispetto del principio di realtà di cui ha tanto parlato il sindaco, ma che non ha rispettato, come nessun componente della maggioranza intervenuto in commissione.

Come si rispetta il principio di realtà? Prendendo proprio le parole di sindaco e maggioranza del consiglio del 2 novembre 2021, parole che raccontano quale sia il vero motivo per cui si è voluto fermare il progetto di Via Marco d’Oggiono e che è molto diverso da quello che hanno cercato di spiegare in qualche modo l’assessore Sacchi, e i colleghi Ripamonti e Regazzoni in commissione.

Ecco le parole in consiglio comunale:

Assessore Sacchi: “nell’ottica politica di individuare un unico edificio che possa diventare la casa di tutti, cittadini e dipendenti”
Sindaco Gattinoni: “chiediamo due mesi per affacciarci al mercato e chiedere se ci sono immobili pronti a ricevere l’intera macchina comunale”

Ecco le parole di Ripamonti qualche giorno dopo in un comunicato stampa: “con il voto di martedì si è aperta una verifica doverosa sulla possibilità di individuare una sede unica per il municipio”

Oggi viene da sorridere amaramente rileggendo queste parole se pensiamo al comune spezzatino che è stato costruito negli ultimi mesi e che purtroppo avremo per molto tempo.

Ricordo molto bene anche le mie parole durante lo stesso consiglio comunale “Si sta già tagliando su varie voci e per interventi necessari: è evidente che questa decisione (l’ex Deutsche bank) mette in difficoltà il nostro bilancio e non renderà sostenibile altre opere”. Sono esattamente le stesse parole sentite per la prima volta in un anno dalla maggioranza in commissione giovedì, quindi non raccontateci, per il principio di realtà, che il vero motivo per cui si è fermato l’iter riguardante via Marco d’Oggiono sia stata la verifica dei numeri che ora tanto decantate, perché altrimenti lo stesso iter sarebbe partito dalla verifica dei costi dell’ipotesi già in via di realizzazione: il vero motivo (che avete ripetuto allo sfinimento) è stata la ricerca di una sede più prestigiosa e unitaria per tutti i dipendenti.

E parlando proprio di numeri come ha ripetuto più volte in conferenza stampa il Sindaco, vorrei sapere (come già chiesto a più riprese da un anno) suffragati da quali numeri abbiate stabilito la necessità di maggiore spazio per i dipendenti (i famosi 300 che in realtà sono oggi molti meno) vista la diminuzione dell’organico degli ultimi anni e l’aumento dello Smart working. 

Inoltre, vi chiedo nuovamente perché non si sia inserita nella relazione comparativa anche l’ipotesi di semplice ristrutturazione di Via Marco d’Oggiono, essendo la stessa quella in corso di realizzazione e quindi la prima da valutare visto che parte delle spese erano già state sostenute: l’ipotesi di demolizione e ricostruzione che voi avete voluto analizzare era infatti già stata scartata dalla precedente amministrazione numeri alla mano perché troppo cara. Abbiamo dovuto buttare altri 120.000 euro di soldi pubblici per farcelo ribadire (dopo che già i tecnici comunali lo avevano detto).

E infine è giusto precisare a tutti i colleghi che i numeri a caso, durante quelle convulse settimane di novembre, sono stati proprio dati dalla maggioranza sul costo della ristrutturazione di palazzo Bovara, salvo poi essere smentiti da tecnici e segretario comunale: avete avuto più di un anno per verificare anche questa ipotesi (mettendola nella relazione del politecnico), ma avete preferito non farlo perché sicuramente rimane quella economicamente più sostenibile.

Quindi potete cantarvela e suonarvela tra di voi, raccontandovi quanto siete stati bravi e previdenti (quasi Nostradamus nel prevedere che il 2022 sarebbe stato un anno terribile per guerra e risvolti economici) ma non pensiate che i cittadini credano che il vostro sia stato un esercizio di responsabilità, perché è chiaro a tutti che si è trattato solo di un capriccio autunnale che si è trasformato  da un lato in un grave danno erariale  e nella perdita di segretario, presidente del consiglio, dirigenti e tecnici comunali e dall’altro in una figuraccia grande come il palazzo ex Deutsche bank.

 

Simone Brigatti
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