OGGIONO COME GORINO?
LE REAZIONI DELLA SINISTRA
ALLE BARRICATE LEGHISTE

oggiono-lega-contro-profughi-ottobre2016OGGIONO – Oggiono come Gorino? Questo il paragone azzardato da Sinistra classe rivoluzione dopo la manifestazione contro l’arrivo dei migranti andata in scena proprio ieri sera a Oggiono, dove la Lega ha organizzato una protesta, che ha raccolto l’adesione di qualche decina di persone.

Secondo il movimento che si rifà alla Tendenza marxista internazionale, questo atteggiamento di certa politica di fomentare una “guerra tra poveri” è solo un modo di oscurare le responsabilità sia della crisi che ha immiserito i cittadini italiani, sia del dramma dei profughi che spesso scappano da paesi devastati proprio dalle grandi potenze mondiali.

La crisi economica del 2008 ha lasciato conseguenze profonde sull’economia e, nonostante i timidi segnali di ripresa, resta la sensazione che sia solo una pausa che prelude ad altre crisi.

Una “nuova normalità”, secondo l’economista James Galbraith, a cui ci dobbiamo abituare; nuova normalità con i suoi nuovi comandamenti: flessibilità, precarietà ed austerità.

Dobbiamo abituarci a lavorare se necessario, per il tempo necessario e scordandoci i diritti. Lo stato sociale pesa troppo, non ce lo possiamo permettere: i soldi devono servire per salvare le banche e i servizi devono essere privatizzati, dalla “s” di scuola alla “s” di sanità, per garantire ulteriori ambiti di profitto a scapito dei diritti fondamentali.

In questa situazione è sin troppo semplice per le forze della destra xenofoba e razzista campare sulla giusta rabbia della gente, agitando lo spauracchio di “quelli che vengono a portarci via il lavoro e la casa” in una società dove di lavoro ne abbiamo meno e dove parole come “edilizia pubblica e popolare” o “equo canone” sono solo ricordi.

Semplice per le forze della destra e utile per i padroni che hanno il potere economico e per i loro lacchè, i politici che fanno ingoiare l’austerità alle masse: crea il capro espiatorio che tiene la rabbia lontano da loro.

oggiono-lega-contro-profughi-ottobre2016_2Eppure il dramma dei rifugiati, che rischiano la pelle lungo le vie del deserto, attraversando la Libia in guerra e solcando il Mediterraneo, ha all’origine proprio i potenti di cui sopra: fuggono dalla Nigeria devastata dalle trivellazioni delle compagnie petrolifere e infestata da Boko Haram, dal Gambia dove lo stregone-presidente Yahya Jammeh, sostenuto dal neo imperialismo cinese, brucia gli omosessuali, dalla Libia devastata dalla guerra civile provocata e combattuta per procura dalle grandi potenze, dal Mali bombardato da Hollande e dalla Siria: c’è davvero bisogno di parlare della Siria?

Non c’è un paese dell’Africa o del Medio Oriente che la politica estera delle potenze imperialiste non abbia trasformato in un girone infernale.

E così scappando dall’orrore tentano di arrivare in Europa e sbarcano in Italia e quindi va in scena, a Gorino, piccolo paese di pescatori sul Delta del Po, il dramma delle barricate erette contro l’arrivo di dodici rifugiati; dramma del quale, pare, abbiamo avuta una replica a Oggiono, dove invece i rifugiati in arrivo sarebbero una ventina, sotto il patrocinio di Lega e Forza Italia.

Ciascuno si deve assumere le proprie responsabilità: infatti se il gioco di mettere poveri contro poveri riesce cosi bene, la colpa è di quell’enorme vuoto politico che esiste a sinistra nel nostro paese.

Dovrebbe essere infatti il compito della sinistra dare unità a tutti gli sfruttati in un programma comune di lotta contro austerità, razzismo, guerre e imperialismo.

Invece abbiamo solo una sinistra da salotto radical chic, che insulta i cittadini di Gorino senza assumersi responsabilità e un sindacato di massa, la Cgil, che da troppo tempo è paralizzato: diviso tra la preoccupazione della concertazione che non si ritrova e la speranza in un “governo amico” che non c’è.

Se l’accoglienza resta un dovere etico non possiamo però nascondere dietro la questione etica un problema che è, invece, politico: e la soluzione al problema passa attraverso una via altrettanto politica: la costruzione di una sinistra di classe, un partito di massa che unisca la lotta di tutti quelli che sono sfruttati con un programma che sia contro questo sistema.

Non possiamo costruire noi un partito così: può nascere solo dalle lotte stesse di giovani e lavoratori. Tuttavia crediamo che sia nostro compito prepararne il terreno, per quanto è possibile, stando a fianco delle lotte che già oggi ci sono e cercando di diffondere le idee rivoluzionarie tra chi è stanco e cerca un’alternativa.

Sinistra Classe Rivoluzione Lecco