Sarà stato anche ficcante come qualcuno dice il discorso istituzionale del Sindaco Gattinoni (e non solo) in occasione della retorica e decisamente fuori tempo Festa del 4 novembre ma è stato nella realtà tutto teoria e buono solo per mettersi il vestito buono sopra quelli sgualciti
Le Forze Armate oggi non posson essere, perché non lo sono, affiancabili alla parola Pace. Né le nostre né quelle degli altri Stati. Oggi gli eserciti non difendono, offendono.
E se difendono non difendono civili ma interessi di potere. L’abbiam fatto noi in Iraq, l’abbiamo fatto concedendo le basi militari contro la Jugoslavia, restando per un decennio in Afghanistan ect ect.
Ed è stato così anche nella prima guerra mondiale. Non c’era nessuna unità nazionale da conquistare con le armi, neppure la nostra. Uomini mandati alla morte con l’inganno, famiglie distrutte per il potere, oltre 4mila condanne a morte per diserzione, 750 eseguite, generali vigliacchi e assassini a cui ancora oggi dedichiamo piazze, strade, stazioni.
Non siam oggi per la Pace e tantomeno le Forze Armate.
Siamo una nazione che non è in grado di garantire la sanità pubblica, una scuola di qualità, trasporti decenti, pensioni dignitose, ricerca scientifica puntuale e d’avanguardia, assistenza agli anziani, perché non abbiamo qualche miliardo da investire, ma ne spendiamo ogni anno, tutti gli anni, oltre 28 per alimentare quella militare.
E né il primo cittadino, né i nostri parlamentari, ministri, Presidenti, che facciano Atti, pressione, per dire basta.
Ma durante le cerimonie, le sfilate, non c’è volta che non si parli di Pace.
Abbiamo ministeri, politici che son soci, proprietari, rappresentanti di aziende e categorie che costruiscono armi, aerei da guerra, tecnologia militare che vengono usati nelle guerre fuori i confini, che vendono a Stati che fan guerre pure di aggressione, contro i civili, in Palestina, in Afghanistan in decine e decine di altri Paesi…
La Pace non è quella durante un’alzabandiera è quella che si fa facendo scelte coerenti, chiedendo di dire basta al proprio Consiglio comunale, al proprio parlamentare, al proprio partito e agli altri, nonché, localmente, anche rifiutando, nel piccolo, sponsorizzazioni di aziende di armamenti, di banche che finanziano, seppur autorizzate, le stesse aziende di guerra, per la Pace, tutti i giorni, quelli lontano l’alzabandiera.
Paolo Trezzi