LECCO – Venerdì su varie montagne lecchesi, un gruppo anonimo di cittadini ha dato il via ad un’azione simbolica a sostegno del popolo palestinese affiggendo la bandiera della Palestina sulle croci presenti sulle cime.
Tra queste Corno Birone, Monte San Martino, Monte Barro, Monte Cornizzolo, Monte Due Mani, Monte Linzone, Monte Magnodeno, Monte Medale e Resegone sono state adornate con la bandiera palestinese.
Il gruppo – che precisa di non volersi identificare con etichette di gruppi o partiti – vuol mandare un messaggio contro la guerra e contro il sostegno ad essa sul territorio, rivolgendosi al massimo numero possibile di persone:
Con questa azione simbolica vogliamo dare voce al popolo Palestinese e a tutte quelle soggettività che non possono esprimersi e far valere i propri diritti perché vittime di ingiustizie, oppressioni e abusi di potere.
È spiazzante vedere ogni giorno quanto gli interessi e il denaro abbiano assunto un ruolo nettamente più importante rispetto alle vite di migliaia di persone uccise senza alcun motivo, se non quello di voler vivere nella loro terra. Mentre l’attacco Israeliano si intensifica e il numero delle vittime civili aumenta, l’Italia continua a mantenere un silenzio assordante, dimostrando un atteggiamento di indifferenza che contrasta con i principi fondamentali di giustizia e umanità di cui si vanta di essere portatrice.
Come se non bastasse, il nostro territorio, circondato da queste montagne sulle cui cime abbiamo deciso di far sventolare la bandiera Palestinese, contribuisce in maniera attiva a supportare il genocidio in corso in Palestina: decine di aziende, infatti, continuano a nutrire e finanziare le guerre producendo armi e munizioni e traendo un grosso vantaggio economico nel farlo.
Fino a dove saremo disposti a spingerci per continuare a seguire i nostri esclusivi, e troppo spesso sporchi, interessi economici? Fino a che punto saremo capaci di voltarci dall’altra parte e continuare a camminare su queste montagne come se niente fosse? Quando torneremo a dedicare un nostro gesto e un nostro pensiero, le cose più autentiche e politiche che abbiamo, a favore di persone che non vengono ascoltate ma uccise, nel silenzio generale?
Non ci stiamo rivolgendo alle autorità o a enti specifici, abbiamo pretese più alte. Stiamo parlando con chiunque leggerà queste parole e che ci auguriamo prenderà qualche minuto delle prossime sere per guardarsi dentro e rispondere a queste domande.
Per ogni vita che viene messa in secondo piano e calpestata per la convenienza di pochi. Per chiunque non si trovi a proprio agio nel non pensare comune.
Nessun logo, nessuna associazione. Solo un gruppo di persone stanche di stare ferme a guardare.
Palestina libera, sempre!