PALLAVOLO, LA PICCO LECCO
VEDE L’A2. INTERVISTA
AL PRESIDENTE RIGHETTI

LECCO – Ancora due piccoli passettini e l’A2 potrebbe tornare ad essere di casa per l’Acciaitubi Picco Lecco. Due set, da strappare nella finale di ritorno a Palau contro le locali del Capo D’Orso e ritornare a respirare l’aria della serie A a distanza di 32 lunghi anni dalla stagione 89/90.

Dopo il successo (3-1) nel match d’andata, sabato la Sardegna potrebbe essere il luogo per il grande ritorno nel salotto del volley nazionale: anche perdendo 3-2 infatti coach Milano e la sua ciurma regalerebbero alla città del Manzoni l’approdo tra le big della pallavolo italica. Parafrasando si potrebbe asserire a due passi dal cielo dopo le “delusioni” delle ultime annate, il giusto premio a una società compatta, omogenea vogliosa di rinverdire i fasti che furono.

Non scordiamo che Lecco visse periodi altamente travagliati, andando a morire anche tra le secche della serie D. “Momenti che non vanno dimenticati”, come suggerisce il presidente Dario Righetti, uno dei capo fondatori della squadra sin dai suoi albori, prima nei panni di giocatore in B1, quindi nello staff dirigenziale, consigliere e vice dello storico presidente Luciano Lavecchia andatosi qualche anno fa.

Insomma una sorte di vocazione quella della Picco, ammette Righetti…
Facciamo bene a ricordare anche le stagioni difficili, proprio da lì siamo umilmente ripartiti, inserendo di volta gente nuova e ambiziosa. Indubbiamente risalire la china non è stato semplice, i meriti vanno condivisi con tutti. La promozione? Diciamo che siamo messi bene, mal che vada dovessimo soccombere 3-0 o 3-1 disputeremo il golden set. Certo salire subito sarebbe il massimo ma non dimentichiamo che la squadra sconfitta potrebbe inseguire la A nella seconda fase dei playoff.

Righetti e dai sbilanciamoci facendo i debiti scongiuri, il più è fatto…
“Me lo auguro davvero se lo meritano il coach, lo staff tecnico e i tifosi vedremo”.

Lo scorso anno, da persona equilibrata, asseristi di essere preoccupato a livello economico. In soldoni anche nella circostanza si dovesse salire, non è detto che le casse societarie siamo in grado di mantenere il lusso della seconda serie nazionale. Un sogno accarezzato a lungo sarebbe un peccato, nella circostanza in cui fosse raggiunto non realizzarlo o no?
“Il discorso fila, non c’è dubbio, però bisogna guardare in faccia alla realtà. I momenti che stiamo vivendo non sono dei più semplici, e mantenere gli sponsor non è facile il fascino della A vale sino a un certo punto. attenzione non ho detto che andrà così e sono il primo a sperarlo, ripeto ne parleremo a bocce ferme”.

Intanto sul campo le ragazze stanno correndo via che è un piacere…
“E di questo le ringrazio, non era facile ad inizio anno con un roster completamente rinnovato se escludiamo le varie Lancini, Ratti e Lussana ripercorre le orme di gente sicuramente più esperta tipo Martinelli, Dall’Igna eccetera. Essere riusciti a ridisegnare un team molto giovane che potesse fare ancora bene, credo sia un merito importante”.

Assolutamente si, anche perché da sempre la vostra filosofia al di là di essere punto di riferimento per il territorio è orientata sull’amicizia e sul rispetto dell’individuo…
“Bravo, prima di una squadra vogliamo essere un gruppo in cui l’individuo cresce anche a livello comportamentale; è la nostra prima regola e modo di essere”.

Alessandro Montanelli