ARRIVA BONACCINI A LECCO,
PIÙ EMPATIA CON BRIVIO
CHE CON LE NUOVE LEVE PD

LECCO – Il PD sceglie la ‘sua’ piazza Cermenati, dunque un luogo all’aperto, per ospitare Stefano Bonaccini venuto ad appoggiare i candidati lecchesi impegnati nella competizione elettorale regionale.

Il presidente della Regione Emilia-Romagna, in predicato per diventare nuovo segretario nazionale del partito, parla davanti a una sparuta platea, salutato dal consigliere regionale uscente Raffaele Straniero, dal sindaco di Lecco Mauro Gattinoni che sottolinea di non essere tesserato Pd ma di apprezzare Bonaccini e da Maria Sacchi assessore nel Comune del capoluogo.

I candidati sono sparsi in platea, più indietro di tutti quasi in solitaria Simona Piazza. Gian Mario Fragomeli invece è vicino a Pietro Radaelli, il segretario dei Giovani in corsa per la Regione. A nessuno di questi viene dato l’onore del microfono e loro stessi non cercano alla fine la foto assieme all’illustre ospite. Quella che vedete in pagina è stata realizzata dopo l’invito esplicito della stampa. Sotto il palco, invece, la vecchia guardia del Pd tra i quali spicca l’ex sindaco e presidente della Provincia Virginio Brivio, che per essere uno dichiaratosi appartenente al “passato della politica”, si ritaglia un intenso spazio con Bonaccini, alla fine dell’evento.

Nel suo intervento, il presidente dell’Emilia-Romagna il lavoro ha assunto il valore cardine delle proposte del nuovo PD. Lavoro che serve alle persone e alle aziende, ai vecchi e nuovi italiani. E poi la rigenerazione del partito che non deve andare al governo se non ha ottenuto i voti degli italiani, voti da cercare in mezzo alla gente e nei luoghi dove s’incontrano le persone comuni come i bar, le palestre, i mercati. Tra i temi toccati la sanità, i diritti civili e l’istruzione.

Sul palco non sale il segretario provinciale PD Manuel Tropenscovino. Ciò stride col discorso di Bonaccini che in molti punti ha riservato riflessioni sui giovani, parlando di lavoro e anche della classe dirigente del nuovo partito. Il leader dice che i nomi non vanno scelti in una stanza chiusa a Roma, ma attraverso primarie basate su liste ricche di persone che negli anni si sono spese a mantenere vivi i circoli. Tale aria nuova, però, sotto il Matitone si è vista poco stamane, forse dispersa dalle folate di vento che spazzavano la piazza e il gazebo, tenuto fermo a forza dalle braccia dei volontari del partito.

Non che Tropenscovino si sia perso d’animo e la sua posizione di leader provinciale l’ha fatta valere sotto il palco quando a Bonaccini ha espresso alcune perplessità. I militanti nei paesi ci sono già e dialogano con le persone, ha detto il giovane segretario, ma si scontrano con una classe dirigente centrale che si esprime in maniera poco chiara. I militanti voglio partecipare all’elaborazione delle proposte, grandi riforme come ad esempio è stato il job act devono essere discusse prima dalla base.

RedPol