PENE ALTERNATIVE AL CARCERE
DA CALARE SUL CASO SPECIFICO.
DIBATTITO IN SALA TICOZZI

abolire il carcere QLLLECCO – Il sovraffollamento, la carcerazione preventiva e l’omologazione dei detenuti sono solo alcune delle problematiche della situazione carceraria italiana, condizioni che dovrebbero essere superate dalla rivendicazione individuale degli stessi detenuti e dalla loro rieducazione.

Da questa riflessione muovono Luigi Manconi, Stefano Anastasia, Valentina Calderone e Federica Resta, autori per Chiarelettere di “Abolire il carcere“, libro presentato ieri sera in sala Ticozzi dall’associazione Qui Lecco Libera insieme ad Alessandra Gaetani, garante della Casa Circondariale di Pescarenico, responsabile della verifica del rispetto dei diritti dei detenuti.

In apertura alla serata Duccio Facchini di “Qui Lecco Libera” ha illustrato alcuni dati numerici relativi alle carceri e alle condizioni di reclusione per introdurre l’intervento di Alessandra Gaetani. Considerate le condizioni di detenzione, Valentina Calderone esplicita quanto sature siano le prigioni italiane, che ospitano ben 10.000 detenuti oltre la soglia di tollerabilità. La vera problematica della carceri è però relativa alla mancata opera di recupero e rieducazione precedente al rientro dei detenuti nella società ed è a questo che si appoggia la proposta insita nel volume di abolire le carceri, sostituendole con pene differenti.

Cannabis: presentato Ddl per legalizzazione a fini terapeuticiIl senatore Luigi Manconi, in collegamento telefonico, semplifica la questione, riprendendo l’introduzione del libro, legata ad una citazione di Belén Rodriguez. Belén, parlando del caso Corona, sintetizza il concetto portante di questo libro, spiegando come una pena ha una sua ragione e persegue un suo scopo di sanzionare e rieducare, se si adatta alla personalità del condannato, favorendone il ripensamento. Nel caso Corona, questi era dipendente dal denaro e non potrebbe esserci sanzione migliore di emanciparlo dalla dipendenza con una pena pecuniaria.

L’abolizione della reclusione carceraria dovrebbe essere una “ragionevole proposta per la sicurezza dei cittadini“, come cita il sottotitolo del volume, in quanto privare l’uomo della libertà non contribuisce alla sicurezza dei cittadini, ma la insidia facendone uscire cittadini incattiviti e maggior danno sociale. Secondo i dati del Ministero della Giustizia infatti il 68% dei carcerati è recidivo, mentre di coloro sottoposti a misure alternative solo il 20%.

M.P.