SERATA SU IDENTITÀ E CONFINI
PER I 20 ANNI DI LES CULTURES

LECCO – Giovedì sera, nella sala conferenze del Palazzo del Commercio, l’incontro ‘Confini, Frontiere e Identità‘, organizzato per i 20 anni di Les Cultures. La serata si è basata sul dibattito tra due antropologi: Francesco Remotti, ordinario dell’Università di Torino, e Stefano Allovio, associato all’Università di Milano.

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Maria Grazia Zanetti, segretaria generale di Les Cultures, ha introdotto la serata, parlando appunto del lavoro svolto in questi 20 anni e delle future iniziative che si terranno. Oltre alla visione di film, ci saranno due convegni, sul disagio dell’apprendimento e sulle nuove generazioni di immigrati.

Stefano Allovio ha iniziato il dibattito, con una provocazione presa dal libro di Remotti, ‘L’ossessione identitaria’. “Visto che dici che il concetto di identità non può più essere utilizzato, quale termine proponi in sostituzione? E che fine fa il concetto opposto, quello di alterità?”. Remotti replica: “Va ripreso il concetto di simile. Tutti più o meno ci somigliamo, in fondo apparteniamo alla stessa specie no? Come diceva Protagora, ‘ogni cosa assomiglia in qualche modo a qualsiasi altra cosa’. I confini creati dalle identità sono posti dagli esseri umani”.

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Durante il dibattito è emerso come “l’uomo abbia paura di ciò che è simile, mentre è rassicurato dall’identità. D’altronde si può fare a meno di questa: l’essere umano è come un fiume che scorre ed è in continuo cambiamento (‘Panta Rei’, come diceva Eraclito).

I confini nascono dall’idea di identità. Il mondo è fatto di confini, non ci sono spazi di incoerenza, lo stato è pervasivo. Ma nonostante si traccino sempre dei confini, c’è un continuo desiderio di attraversarli. Le relazioni stesse sono un attraversamento di confini.”

A fine dialogo c’è stato spazio per le domande del pubblico, soprattutto sulla tematica dell’identità.