PESCA/LAVARELLO, AGONE, PERSICO
I PIÙ GETTONATI DEL LARIO

Pesca-sportivaCOMO – Nel 2013 i pescatori di professione che hanno lavorato nel Lario e nel lago di Mezzola sono 72. Per la sesta volta negli ultimi 10 anni il pescato complessivo ha superato le 200 tonnellate, a conferma delle buone condizioni di salute del popolamento ittico lariano.

Circa il 90% del pescato globale è costituito da tre specie: coregone, agone e pesce persico. I coregoni – più conosciuti dai consumatori come “lavarelli” – sono di gran lunga la specie più abbondante e rappresentano oltre il 60% del pescato totale. Nel 2013 ne sono stati pescati 131 tonnellate, valore non distante dal massimo storico, raggiunto nel 2011 con 138 tonnellate. Il pescato di agoni, dopo 5 anni di leggero declino, è tornato ad aumentare e anche il pescato di pesce persico, con 254 quintali, sfiora il “record storico” (259 quintali del 2009).

I dati delle specie di minore importanza commerciale ci mostrano il boom del salmerino e la crisi del cavedano, due “fenomeni” ben noti anche ai pescatori dilettanti, che hanno modificato tecniche ed abitudini di pesca per adeguarsi ai cambiamenti del popolamento ittico lacustre. La cattura di alborelle è pari a zero perché la specie è protetta con il divieto assoluto di pesca mentre non fa purtroppo notizia la scomparsa quasi totale dell’anguilla, specie che per la verità ha sempre avuto un ruolo marginale nella pesca professionale lariana.

In estrema sintesi le due conclusioni principali che si possono trarre dall’esame dei dati del pescato sono le seguenti: la sostanziale stabilità delle catture complessive dimostra che il lago è in buona salute e che il prelievo operato dai pescatori non minaccia la conservazione delle risorse ittiche. Inoltre il trend in aumento del salmerino e in diminuzione del cavedano è un ulteriore conferma di un processo in atto da diversi anni e che vede favorite le specie “di profondità” a scapito di quelle che vivono in prossimità delle rive.