PESCARENICO. IL GIOIELLIERE
RAPINATO TORNA AL LAVORO:
“SONO TRANQUILLO”

LECCO = OSPEDALE " ALESSANDRO MANZONI " - MAURO POZZONI , 56 ANNI , IL GIOIELLIERE RAPINATO E PICCHIATO DA NUMEROSI MALVIVENTI LO SCORSO SABATO NELLA PROPRIA GIOIELLERIA DI CORSO MARTIRI DELLA LIBERAZIONELECCO – È tornato al lavoro da pochi giorni, Mauro Pozzoni, il gioielliere di Pescarenico rapinato sabato scorso da una banda di sudamericani. Dopo essere stato dimesso dall’ospedale di Lecco lunedì, il titolare dell’oreficeria Pozzoni non ha voluto rimanere a casa con le mani in mano, ma gradualmente sta tornando a lavorare nel negozio di famiglia, situato in corso Martiri della Liberazione a Lecco dal 1953. Con il suo sorriso cortese e i modi di fare gentili, accoglie clienti, amici e conoscenti che passano nel negozio per comprare o anche solo per far sentire la propria vicinanza dopo la violenta rapina di sabato scorso. “Probabilmente non mi sono ancora reso conto bene di quello che mi è successo – racconta il gioielliere –, sono tranquillo, non ho paura. Rapine del genere sono casi isolati”.

Mercoledì è ritornato nel locale per qualche ora nel pomeriggio, e giovedì ha aperto ancora per poche ore, così come nella giornata di oggi. La situazione tornerà alla normalità solo settimana prossima, grazie anche all’aiuto della famiglia e degli amici. “Appena sono uscito dall’ospedale hanno fatto quadrato intorno a me – continua Pozzoni – così non mi sono potuto sentire in pericolo il primo giorno che ho rialzato la saracinesca”. Fortunatamente per il gioielliere il bottino della banda è stato misero, ma il vero problema ora sono le ferite riportate durante la brutale aggressione. Non gli impediscono di lavorare, nè di sorridere ai clienti che entrano, comprano e si informano sulla sua salute, ma sono fastidiose nella vita di tutti i giorni. La ferita da taglio sulla gamba, causata da una coltellata, e i lividi vari sul corpo non sono un problema. Il costato invece dà ancora dolori. “I medici mi hanno detto che le costole si calcificheranno in 40 giorni – spiega Pozzoni –, se non prendessi le medicine farebbero molto più male”.

Martedì in prefettura ci sarà un incontro per prevenire altri casi del genere. “Si è trattato di un episodio isolato e sfortunato – sostiene il commerciante – purtroppo bisogna solo sperare che non capiti più. Le forze dell’ordine possono fare da deterrente, anche se più volte passano qui i poliziotti di quartiere. Anche eventuali ronde di cittadini potrebbero aiutare ad abbassare la criminalità, perché i malviventi ci penserebbero due volte prima di entrare”.

 

Fabio Landrini