PICCOLO È MEGLIO: FUORI CITTÀ
SI È PIÙ SODDISFATTI DELLA VITA.
IL RAPPORTO DI ITALIANI.COOP

varennaLECCO – Nei piccoli comuni non c’è mai niente da fare e ci si annoia. Una frase talmente ripetuta da essere diventata quasi un cliché. Eppure il rapporto “Italiani.coop”, realizzato dall’omonima azienda di distribuzione, dice che chi vive nei piccoli comuni è più soddisfatto della vita rispetto a chi vive nelle grandi città.

Il rapporto ha incrociato i dati Istat ed Eurostat e ha scoperto che chi vive nei comuni sotto ai duemila abitanti è più felice della propria condizione economica, si sente più in salute, è più contento della propria famiglia, coltiva meglio le amicizie e apprezza maggiormente il tempo libero rispetto ai “cugini di città”.

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Sorprende soprattutto il dato sul tempo libero: chi vive in provincia è più soddisfatto di esso rispetto a chi vive in città, nonostante i cittadini abbiano più possibilità di svago dei “cugini di campagna”. I residenti nei piccoli comuni, infatti, lamentano la difficoltà nell’accesso a mostre, musei, teatri, concerti. E, soprattutto, cinema, come ben sanno i lecchesi. Infatti proprio nell’accesso alle sale di proiezione si registra il gap più profondo tra chi vive in città e chi vive in provincia, come dimostra la tabella sottostante che riporta la percentuale della popolazione che nell’ultimo anno ha svolto le attività elencate.

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Ma a quanto pare a chi vive lontano dai grandi centri urbani non interessa. Un’ipotetica dichiarazione di un provinciale intervistato potrebbe essere la seguente: “Sì, è vero, non è facile accedere a questo tipo di servizi di svago. Ma non ci importa: noi ci godiamo comunque di più e probabilmente meglio il nostro tempo libero”. Solo per quanto riguarda lo sport i piccoli comuni sono davanti alle città.

Un altro grande tema è il portafoglio. E a tal proposito la ricerca mostra che la vita costa meno in provincia: dal costo dell’abitazione ai servizi ricettivi, dagli spettacoli agli arredi, dalle comunicazioni all’istruzione. A vantaggio della città i servizi sanitari, cibo e bevande, abbigliamento e, soprattutto, i trasporti. Nel complesso, però, la spesa media mensile per una famiglia è minore in provincia: 2.436 euro nei comuni medio-piccoli (fino a 50mila abitanti), 2.631 euro nelle città metropolitane.

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voci-di-spesa-piccoli-comuniResta un ultimo capitolo ancora da trattare: la casa, croce e delizia per gli italiani. Il rapporto si è interrogato sulla percezione dei problemi legati all’abitazione. Anche qui quello che emerge è che i problemi sono ovunque, ma in provincia vengono vissuti meglio. Così chi abita nei piccoli comuni percepisce come meno problematica la lontananza dai famigliari, in pochi si fanno problemi per le dimensioni ridotte delle abitazioni e quasi nessuno lamenta le cattive condizioni della casa in cui si vive, al contrario di chi sta in città. Su un unico punto si ha un pareggio: le spese per la casa sono giudicate alte in pari percentuale tra chi vive in città e chi vive in provincia.

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Insomma, in provincia si sta meglio che in città? Sembrerebbe proprio di sì. Anche a costo di fare più fatica per andare al cinema o nei musei.

Michele Castelnovo