POLI LECCO: L’HANGAR DI PAVIA
AL CENTRO DEL PROGETTO
CON GLI STUDENTI AMERICANI

LECCO – Ospitato al Polo territoriale di Lecco l’“Hangar Ticinum Pavia Green Futures”, workshop promosso dalla Scuola di Architettura Urbanistica e Ingegneria delle Costruzioni del Politecnico di Milano e dal College of Architecture & the Built Environment of Engineering della Thomas Jefferson University di Philadelphia.

L’iniziativa si inserisce all’interno di un panorama di workshop progettuali proposti dalla Scuola AIUC, aggiungendo un importante significato in termini di azione formativa di alto livello grazie a un approccio basato su una qualificata rete di relazioni internazionali. Questo consente di proporre un’offerta costantemente aggiornata e diversificata che è di fondamentale importanza per la piena realizzazione degli obiettivi formativi degli studenti.

Il tema di progetto proposto in questa edizione riprende i contenuti trattati nei corsi “Building Renovation Studio” della prof.ssa Manuela Grecchi e “Urban Design and Studio” della prof.ssa Angela Colucci all’interno del corso di laurea magistrale in Building and Architectural Engineering e le attività didattiche del prof. David Kratzer, docente di “Historic Preservation/Adaptive Reuse Studio” alla Thomas Jefferson University di Philadelphia.

La nuova sfida di quest’anno lanciata agli studenti del workshop coinvolge la città di Pavia e, nello specifico, si concentra sulla trasformazione dello storico Idroscalo, opera degli anni Venti del secolo scorso dell’architetto Giuseppe Pagano, uno dei più importanti esponenti del Razionalismo Italiano. Il maestoso hangar è sopravvissuto mantenendo intatte le sue atipiche e intriganti caratteristiche, tuttavia, nonostante l’indiscusso valore storico e artistico dell’edificio, oggi l’Idroscalo è completamente abbandonato e versa in un preoccupante stato di degrado pur resistendo in tutta la sua monumentalità come protagonista all’interno dello scenario del fiume Ticino.

La sua posizione e la sua conformazione suggeriscono pertanto un riuso e una conseguente rinascita con l’ambizione di restituirgli la dignità e la centralità di un tempo. Con queste premesse, il workshop Hangar Ticinum, ha incoraggiato i partecipanti della Jefferson e del Politecnico, organizzati in quattro gruppi misti e multidisciplinari, a presentare proposte progettuali creative sfidandoli a immaginare le attività che si potrebbero svolgere al suo interno, sperimentando tutte le possibili soluzioni innovative. Il progetto non doveva limitarsi necessariamente alla sola riqualificazione degli spazi interni ma erano consentite anche modifiche e integrazioni sull’involucro della struttura e sulle aree esterne in grado di instaurare un dialogo con il contesto.

La prof.ssa Colucci riferisce che dalle proposte di progetto avanzate è emerso che gli studenti “hanno saputo cogliere l’unicità dell’edificio e del luogo, che costituisce una cerniera che connette il paesaggio ecologico e naturale del fiume Ticino con il sistema della città storica e moderna. Sono emerse interessanti proposte di mix funzionali integrando funzioni di bar/ristorazione con funzioni culturali, espositive, educative, ambientali e storico-culturali. Tutte le proposte hanno valorizzato le relazioni con il fiume e il paesaggio naturale e ricucito la connessione con la città, oggi non più esistente”.