LECCO – L’attenzione del Politecnico di Milano verso il territorio lecchese, caratterizzato dalla presenza di montagne e corsi d’acqua, soggetti a eventi meteorologici sempre più intensi, con accresciuto rischio idrogeologico, si arricchisce di un importante progetto di ricerca, il ‘GE.RI.KO. MERA’.
Oltre al Polo territoriale di Lecco – Politecnico di Milano, il progetto vede come partecipanti il Capofila, Comunità montana Valchiavenna, Regione Lombardia DG Territorio e Protezione civile (MI) e Ufficio Territoriale Regionale Montagna (SO), Università degli Studi di Milano Dip.to di Scienze e Politiche Ambientali, Università degli Studi dell’Insubria Dipartimento di Scienza e Alta Tecnologia, Riserva Naturale Pian di Spagna Lago di Mezzola, Unione pesca sportiva della provincia di Sondrio e Blu Progetti s.r.l..
Finanziato dall’Asse 2 – Valorizzazione del patrimonio naturale e culturale del programma di cooperazione Interreg V-A Italia-Svizzera 2014-2020, ‘GE.RI.KO. MERA’ ha l’obiettivo specifico di potenziare le strategie comuni per la gestione sostenibile della risorsa idrica. Italia e Svizzera condividono infatti importanti risorse idriche, tra le quali il bacino imbrifero del Mera, una risorsa rilevante a fini economico-produttivi in un contesto di notevole rilevanza ambientale. Il monitoraggio e la modellazione idrologica nelle Alpi sono difficili per via della carenza di dati idrometrici e metereologici. Le variazioni del ciclo dell’acqua nei bacini alpini possono essere considerate come importanti indicatori delle conseguenze del cambiamento climatico, ma nonostante ciò molti bacini alpini non sono ancora stati studiati dal punto di vista idrologico. Diviene così difficile prevedere l’entità dei flussi d’acqua transitanti e più in generale diviene complessa la gestione delle risorse idriche.
Daniele Bocchiola, docente di Idrologia e Costruzioni Idrauliche presso il Politecnico di Milano, guida l’Unità PoliMI con lo scopo di costruire un modello idrologico atto a riprodurre il comportamento del bacino fluviale del fiume Mera. L’obiettivo finale è quello di simulare in maniera credibile le portate transitanti all’interno del corso d’acqua e le possibili variazioni future (metà-fine secolo). Lo studio si è articolato in due fasi, la prima con la ricerca di dati idro-meteorologici, messi a disposizione dagli enti che monitorano i corsi d’acqua e gli invasi all’interno dell’area di studio. Tali dati sono stati successivamente utilizzati per elaborare il bilancio idrologico dell’area, ossia il computo esatto delle quantità d’acqua transitanti all’interno del bacino (pioggia e neve, fusione nivo-glaciale, deflusso superficiale e profondo, evapotraspirazione), tramite il modello Poli-Hydro. Con il modello validato, si sono condotte simulazioni basate sugli output di modelli di circolazione globale, atte a valutare l’entità delle prossime variazioni idrologiche. Grazie alla conoscenza di tali scenari futuri, sarà possibile ipotizzare strategie di gestione della risorsa idrica nel bacino del Mera.
Il progetto si è poi focalizzato sul potenziamento della collaborazione tecnico-amministrativo-gestionale tra Italia e Svizzera, replicabile in altri contesti analoghi. Si vuole determinare così un significativo cambiamento nella gestione delle risorse idriche comuni, che al momento presentano regole e modalità operative diverse nei due stati e una non efficace attività comunicativa. Si vogliono minimizzare i potenziali conflitti d’uso e il rischio di danneggiamento per il territorio e i suoi abitanti. Particolare attenzione è stata data al tema del trasporto solido (soprattutto alla luce della rovinosa frana in Val Bondasca del 2017), per la protezione dei territori, per la modulazione degli usi e per la salvaguardia di ambienti e specie di interesse. Sono state attuate azioni conoscitive, analisi, rilievi, modellazioni e sperimentazioni di campo e incontri tecnico-amministrativi.
Si sono altresì condotti interventi sugli ambienti e sulle specie caratterizzanti il sistema acquatico, come ad esempio il ripristino del corridoio ecologico del Mera nei Siti della Rete Natura 2000, anche a mitigazione degli effetti del grave episodio franoso, nonché la definizione di linee guida a supporto della governance transfrontaliera. I risultati del progetto forniscono preziose informazioni per lo sviluppo futuro di strategie di gestione integrate e condivise della risorsa acqua nel bacino del Mera e nelle Alpi. Il costituendo Contratto di Fiume del Mera, indirizzato verso la programmazione strategica e negoziata per la tutela e corretta gestione delle risorse idriche, beneficerà certamente di tali risultati.