PREVENZIONE DEI TUMORI
IL PUNTO DEL BIENNIO 2014-15
PER LE INIZIATIVE DEL “MANZONI”

ospedaleLECCO – Tempo di consuntivi per il DIPO, il Dipartimento Interaziendale Provinciale Oncologico di Lecco, l’Organismo che coinvolge l’ATS della Brianza, l’ASST di Lecco con diverse sue strutture specialistiche (Oncologia Medica, Radioterapia, Chirurgia, Dermatologia, Gastroenterologia, Anatomia Patologica) , oltre ai Centri privati accreditati con riconosciuta attività oncologica (le case di cura Mangioni e Beato Luigi Talamoni , l’Hospice “Il Nespolo” di Airuno) e ai servizi territoriali che si occupano di prevenzione e cura dei pazienti oncologici. Vale la pena ricordare, poi, che parte integrante del DIPO sono anche il DIFRA (Dipartimento delle Fragilità) e le Associazioni di Volontariato impegnate in campo oncologico.

Numerose sono state le attività portate a termine nel biennio 2014/2015 – spiega Antonio Ardizzoia, Direttore del DIPO e Primario della struttura di Oncologia Medica del Manzoni -. Sono proseguite , ad esempio, con risultati sempre più apprezzabili, le campagne di screening dei tumori mammari e del colon retto”.

Lo screening del tumore alla mammella è attivo nel lecchese dal 1999 ed è rivolto alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni. Secondo i dati forniti alla fine dello scorso dicembre dall’ex ASL di Lecco, oggi ATS della Brianza, nel 2014 sono state invitate allo screening oltre 22mila donne ; di esse circa 13mila hanno risposto all’appello. Di queste, infine , 690 sono state richiamate per approfondimenti e 69 operate per diagnosi di tumore maligno.

La campagna di screening per la prevenzione del tumore del colon retto (rivolto a uomini e donne, anche in questo caso, tra i 50 e i 69 anni) è stato avviato , invece, nel 2005. Sempre secondo gli specialisti dell’ex ASL, nel 2014 sono state 35mila le persone invitate ad effettuare l’esame (21mila vi hanno aderito) . Sono stati chiamati, successivamente , ad effettuare la colonscopia in 880 e di questi, 24 pazienti sono stati trattati per tumore maligno, 141 per adenoma avanzato e 185 per adenoma iniziale.

In termini di campagna è doveroso ricordare , altresì, che in questi anni è stata avviata l’iniziativa informativa per lo screening della cervice uterina.

Ulteriore attività che piace segnalare – aggiunge Antonio Ardizzoia – è stata l’avvio del percorso di gestione condivisa , tra specialisti ospedalieri e medici di famiglia , delle pazienti operate per tumore al seno a oltre 5 anni dalla diagnosi, periodo in cui si riduce notevolmente la frequenza di recidiva”.

Il dato statistico è molto positivo – sottolinea l’oncologo del Manzoni –. Sono oltre 500, infatti, le donne inserite nel programma di follow up condiviso”.

Da tempo esiste, in fatto di condivisione, una significativa collaborazione tra il DIPO e la rete di cure palliative che interessa pazienti dimessi dall’Ospedale, prevalentemente dall’Oncologia Medica.

Da anni – dichiara il Primario dell’Ospedale di Lecco – è presente all’interno dell’Oncologia una postazione medico-infermieristica delle cure palliative per una migliore gestione dei pazienti in fase avanzata di malattia. Il percorso prevede la condivisione delle informazioni, nonché la scelta della soluzione migliore (assistenza domiciliare o hospice). Negli ultimi 2-3 anni il percorso è stato ampliato anche ai malati afferenti al Day Hospital e all’Ambulatorio oncologico . Ciò ha consentito di ridurre il numero di accessi al Pronto Soccorso di malati in fase avanzata di malattia e , al contempo, l’attivazione di interventi di Simultaneous Care, che prevede un’offerta di cure palliative durante tutto il percorso della malattia”.

Progetti futuri per il DIPO? “Un’area di particolare interesse – spiega Ardizzoia – sarà il malato cronico. La prevalenza della malattia oncologica è in netto aumento e grazie al miglioramento della diagnostica e delle cure, molte persone convivono con la malattia cancro per lunghi tempi. Gli sforzi organizzativi dovrebbero, quindi , puntare sulla realizzazione di una rete specialistica e territoriale per la gestione di queste situazioni che rischiano di complicare gli attuali percorsi dedicati alle situazioni acute”.