PREZZI AL CONSUMO DI DICEMBRE:
QUASI NULLA L’INFLAZIONE
RISPETTO AL DICEMBRE 2014

LECCO – A livello locale, nel mese di dicembre 2015, la variazione congiunturale (rispetto al mese precedente) è pari allo 0,1%, in aumento di mezzo punto percentuale rispetto a quella registrata il mese scorso (-0,4%); andamento contrario, invece, per la variazione annuale che diminuisce e passa da 3 decimi di punto del mese scorso allo 0,1%. (All. Tav. 1)

Nella città di Lecco, nella seconda parte dell’anno sembrava delinearsi una ripresa dei valori annuali; il valore massimo del 2015 è stato registrato sia a luglio che a settembre (con variazioni pari allo 0,6%); nel mese di ottobre l’aumento annuale è stato pari a mezzo punto, per poi ridursi nel mese di novembre e quasi annullarsi nel mese di dicembre.

Nello stesso periodo di riferimento, la situazione a livello nazionale è apparsa invece più costante con variazioni intorno allo 0,2%; valore che si è incrementato di un decimo nel mese di ottobre per poi arretrare e attestarsi allo 0,1 nei mesi di novembre e dicembre. La variazione rispetto al mese precedente è nulla (All. Tav. 2)

Il differenziale con il dato nazionale è di 9 decimi di punto; comunque più basso del valore massimo registrato nel mese di giugno pari a 1,3.

Di seguito, a cura dell’Ufficio Statistica del Comune di Lecco, una breve sintesi del confronto a livello regionale e l’analisi delle principali variazioni dei prezzi registrate nel mese di dicembre 2015.

Nel mese in esame, a livello regionale e considerando solo le città che fanno anticipazione di cui si conosce il dato provvisorio, la classifica in ordine crescente delle variazioni annuali vede in testa Milano (-0,1%) unica con valore negativo. Le altre città hanno variazioni vicine a quella locale ad eccezione di Como che registra un aumento dello 0,7%.

L’analisi della variazione mensile evidenzia ancora l’ultima posizione di Milano (-0,5%) mentre in cima alla classifica c’è Brescia (+0,2%) – in fondo alla classifica, con variazione nulla, Como e Varese.

Una breve considerazione sulle variazioni degli indici (base 2010) delle città lombarde che fanno anticipazione tenendo presente che si tratta della variazione dei prezzi senza considerare il livello di partenza del prezzo. La variazione più alta è quella di Como con oltre 8 punti di aumento in questi cinque anni; seguono Brescia e Bergamo (rispettivamente +7,9% e +7,5% è l’aumento registrato). Quest’ultima città si colloca appena sopra alla variazione media nazionale +7,3%. sono Lontane dai valori di cui sopra si vedono le città di Milano (6,8%) di Lecco con una variazione del 6,4% e ancora più distante Varese con una variazione pari al 5,6%. La variazione lombarda si attesta al +7,1%.

Di seguito viene riportato un breve commento sulle variazioni degli indici dei prezzi al consumo, registrate nel territorio locale, con riferimento al mese di Dicembre 2015.

Questi i prodotti, a rilevazione locale e non centralizzata, che hanno avuto le peggiori variazioni e quelli che hanno registrato, invece, le migliori diminuzioni di prezzo rispetto al mese precedente:

prezzi al consumo dic15

prezzi al consumo 2 dic15

L’analisi per Divisioni condotta dall’Ufficio Statistica del Comune di Lecco, suggerisce le seguenti considerazioni (in parentesi sono indicate la variazione congiunturale e la variazione tendenziale dell’indice dell’intera divisione di spesa):

Alimentari e bevande analcoliche (-0,5%; +1,3%). Diminuzione di mezzo punto per la divisione alimentari che riduce, dimezzandola, la crescita a livello annuale pari a 2,6 punti nel mese scorso. Il confronto con i valori di dicembre 2014 evidenzia delle variazioni completamente diverse (+0,7% la variazione con il mese precedente e -0,5% quella annuale e pertanto con dicembre 2013). A livello lombardo la variazione rispetto al mese di novembre risulta negativa per tutte le città ma con intensità inferiore a quella locale, solo la variazione di Varese risulta nulla.

L’indice locale (base 2010) della divisione si attesta a 111,2; quello nazionale invece è pari a 109,1; la forbice tra i due indici si riduce leggermente rispetto al mese scorso, ma permane sopra i due punti.

Nell’intera divisione in esame i prodotti interessati alla diminuzione di prezzo sono numericamente maggiori a quelli di segno più, e un’analisi attenta mostra che prevalgono i beni del comparto frutta e verdura, in quanto gli altri generi sono interessati marginalmente dalle variazioni.

Segno meno per la classe “pane e cereali” (-0,1%). Si segnala il continuo aumento del riso, il cui indice si attesta a 107 e la variazione di segno più di pasta all’uovo e di cereali per colazione (calati durante l’anno, a dicembre costano meno di un anno fa). In calo, invece, pane a fette, pasta ripiena, pasta base per pizze e merenda preconfezionata; anche per questi prodotti i prezzi sono inferiori a quelli di dicembre 2014.

Diminuzione di mezzo punto della classe delle “carni” il cui prezzo medio risulta più economico dell’1% rispetto ad un anno fa. Aumento della carne fresca suina con e senza osso e del petto di tacchino. Forte segno meno per carne di vitello primo taglio e diminuzione anche per coniglio fresco (aumentato del 13% nel 2015, ora riduce il divario e la differenza in negativo rispetto al prezzo base risulta di 10 punti). Tra i salumi si segnala la forte contrazione della mortadella e l’aumento del prosciutto cotto affettato in confezione.

Aumento di quasi mezzo punto percentuale per la classe “latte, formaggi e uova” (+0,4%) il cui indice è comunque sotto il livello base. L’asiago e lo stracchino crescono e il prezzo è superiore a quello di un anno fa, la panna da cucina, invece, pur aumentando nel mese di dicembre, ha il prezzo inferiore a quello base. Diminuisce riducendo ulteriormente il prezzo il formaggio spalmabile in confezione.

Contrazione di 4 decimi per la classe “olii e grassi” il cui indice è leggermente superiore a 107. L’olio di oliva diminuisce e porte l’indice di prezzo al pari di quello extra vergine e precisamente superiore di oltre 13 punti a quello di dicembre 2014. Leggera contrazione per i burro il cui indice è inferiore a quello base di quasi 7 punti.

La classe “zucchero e confetture, cioccolato e dolciumi” presenta una variazione di segno meno per due decimi di punto. Si riduce il prezzo dello zucchero che elimina il leggero aumento dei mesi scorsi e si riduce anche il prezzo della crema da spalmare il cui prezzo però è di gran lunga superiore a quello di un anno fa (+14%).

Leggera riduzione dell’indice della classe “caffè, te’ e cacao” (-0,1%). Lo stesso si attesta a 101.4 infatti i prodotti appartenenti alla classe hanno l’indice superiore a quello base ad esclusione del cacao che se pur in aumento a dicembre a livello annuale ha diminuito il prezzo di oltre 2 punti e mezzo.

Consistente contrazione della “Frutta” (-2,6%) che annulla l’aumento registrato nei due mesi precedenti. L’indice si attesta a 100,6 e pertanto l’aumento del 2015 risulta poco superiore al mezzo punto. Tra i prodotti in aumento in evidenza uva e fragole (oltre 20 punti in più, anche se l’indice di entrambe è comunque inferiore di 15 punti a quello di dicembre 2014). Molteplici i prodotti in diminuzione tra cui i limoni che, con quest’ultima variazione, annullano completamente l’aumento registrato nel corso dell’anno che aveva raggiunto il 24%. Tra gli altri prodotti con segno meno consistente è la variazione delle clementine (-13%) il cui indice si attesta al livello base e la diminuzione dei mandarini che invece, segnano un indice pari a 140. Variazione negativa intorno ai 5 punti per le banane (indice pari a 98).

La variazione di segno meno pari a oltre un punto e mezzo dei “Vegetali” riduce l’aumento registrato nel corso dell’anno che si attesta al 4,5%. I prodotti in aumento sono decisamente inferiori a quelli in diminuzione anche se l’intensità risulta maggiore. Aumento del 45% per i carciofi (entrati in rilevazione nel mese di novembre, ma non disponibili sul mercato locale sufficienti quotazioni, la variazione registrata a dicembre è confrontata con l’ultima rilevazione del maggio scorso e si riferisce ad un prezzo basso legato appunto alla fine della stagionalità). Aumento alto anche per melanzane (+17,5%) il cui prezzo medio si attesta a circa 2 euro al kilo. Lieve, ma costante, l’aumento delle patate il cui indice si attesta a 130.

Tra i prodotti in calo con variazioni superiori al 10% vediamo la cicoria, i cavoli broccoli, zucchine, piselli, fagiolini e peperoni ma tutti i prodotti hanno un prezzo superiore a quello del dicembre 2014. La variazione massima è registrata dalle zucchine (+25%) il cui prezzo medio è pari a 2,2 euro al kilo.

Leggerissimo aumento della classe “prodotti ittici” che registra una variazione del +0,1% il cui indice supera quota 106 ed è il secondo più alto (dopo gli olii e grassi) della divisione degli alimentari. Aumento per i molluschi freschi e il salmone affumicato, diminuzione invece per crostacei freschi e pesce fresco di mare di pescata.

Per la classe “Acque minerali, bevande analcoliche” si segnala un leggero aumento dell’indice (+0,1%). Unico prodotto in aumento è il tè in bottiglia, che comunque ha un prezzo inferiore a quello base.

L’indice della classe “Prodotti alimentari n.c.a.” aumenta di quasi un punto (+0,8%) che porta l’indice a quota 101,3. Aumento per pizza surgelata il cui prezzo si riporta a quello base, e aumento per bastoncini di pesce surgelato che, invece, si cumula con la variazione registrata nel corso dell’anno e che corrisponde a quasi 15 punti percentuali.

Bevande alcoliche e tabacchi(nulla; +2,3%). Stabile la variazione congiunturale della classe in esame. La leggera contrazione di prezzo degli alcolici, dove aumenta il whisky e diminuisce l’amaro e dei tabacchi (entrambi -0,1%) è compensata dall’aumento dei vini (+0,2%) e delle birre (+0,3%) a causa di quelle di marca estera.

Abbigliamento e calzature(+0,3%; +0,9%). Completata la rilevazione dei prodotti autunnali e invernali entrati in stagione a partire dal mese di settembre, la divisione si vede interessata all’aumento di tutte le classi rilevate. Per quanto riguarda gli “indumenti” si registra un aumento del prezzo di poco meno di mezzo punto. Un’approssimata scomposizione dei prodotti rilevati vede circa il 60% degli stessi con prezzi stabili; il 30% con variazione in aumento e il 10% con variazione in diminuzione. Le variazioni di prezzo interessano maggiormente i prodotti da donna. La classe “Altri articoli di abbigliamento e accessori” aumenta di sette decimi di punto, questo mese la causa è da attribuire alla variazione di prezzo dei guanti e della cintura (+2,5% e +1,7% rispettivamente). Leggera espansione per la classe “scarpe ed altre calzature” (+0,2%) che comunque era già stata interessata dall’aumento nel mese di settembre e il cui indice si attesta a 102,8; alta la variazione di segno più per le scarpe da ginnastica bambino, e più contenuta quella dello stivale donna; compensate comunque dal calo dello scarponcino uomo e delle scarpe bambina. I “Servizi di lavanderia, riparazione e noleggio abiti” aumentano dello 0,1% a causa della riparazione pantalone (già aumentata nel corso dell’anno). Stabile la classe “Riparazioni e noleggio calzature”.

Abitazione, acqua, elettricità e combustibili(nulla; -1,2%). Ancora un mese di stabilità per i prezzi dei prodotti appartenenti alla classe. Rispetto al dicembre 2014 i prezzi registrano una contrazione dell’1,2% e l’indice della classe è allo stesso livello di quello complessivo. Leggera variazione di segno più per le spese condominiali che hanno un indice inferiore a quello base di oltre 5 punti. Anche il combustibile solido registra una variazione positiva pari a un punto percentuale. Riduzione di prezzo per il gas in bombole (indice pari a quello base) e per il gasolio da riscaldamento il cui indice, invece, si attesta a 88 e pertanto è inferiore di 12 punti a quello del dicembre 2014.

Mobili, articoli di arredamento, servizi per la casa(+0,2; +0,8%). La divisione in oggetto, interessata da una certa stabilità nel corso del 2015, in questo ultimo mese dell’anno registra un leggero aumento e vede quattro classi con variazione di segno positivo. Aumentano i “Mobili e Arredi” (+0,5%) a causa della lampada da terra, del lettino per bambino e della scrivania (i tre prodotti hanno un indice superiore a quello base, addirittura la lampada per 7 punti). Forte aumento della classe “tappeti e altri rivestimenti per pavimenti” (+3,5%) e più contenuto per “Grandi apparecchi domestici elettrici e non” (+0,8%) che è interessata dall’aumento del frigo freezer e del forno a microonde (+4,5% e + 1,2% rispettivamente, con indici che si attestano a 105 e a 109). Aumento contenuto anche per i “Beni non durevoli per la casa” (+0,3%) dove quasi tutti i prodotti sono stabili ad eccezione del rotolo di carta da cucina.

Variazione di segno meno di mezzo punto per “articoli tessili per la casa” dove si segnala la contrazione delle lenzuola e l’aumento del piumino da letto e della tovaglia. Nei “servizi per la pulizia e la manutenzione della casa” si segnala la diminuzione del lavaggio del piumone letto (-6%). Segno meno anche per la classe “Piccoli elettrodomestici” (-1,1%) interessata alla riduzione di prezzo della macchina da caffè in cialde o capsule e dal robot da cucina e per la classe “Cristalleria, stoviglie e utensili domestici” (-0,1%) si segnala la riduzione della pentola a pressione. Stabili rispetto al mese di novembre tutte le altre classi.

Servizi sanitari e spese per la salute(+0,2%; +1%). Il leggero balzo in avanti della divisione in oggetto (+0,2%) è da imputare alla variazione della classe “servizi dentistici” che registra una variazione di oltre un punto e mezzo da imputare alla costo dell’estrazione (+10%). Diminuisce la classe “Attrezzature ed apparecchi terapeutici” (-0,6%) a causa della contrazione dell’apparecchio per misurare la pressione mentre risulta stabile l’apparecchio per aerosol in aumento entrambi però nel mese di settembre. Di segno meno anche la classe “prodotti farmaceutici” dove in evidenza c’è la diminuzione dei farmaci sia di fascia A che di fascia C.

Trasporti(nulla; -2,8%). Stabili i prezzi a livello congiunturale; forte la flessione a livello tendenziale (quasi 3 punti). Per quanto riguarda i mezzi di trasposto, si assiste al leggero aumento della classe “Automobili”, che si accumula a quello registrato nei mesi scorsi e porta l’indice a quota 102,2; oltre all’aumento delle auto anche la variazione del prezzo del trasferimento della proprietà d’auto (+0,3%). La classe “Motocicli e ciclomotori” risulta stabile, ma il trasferimento di proprietà aumenta anche per questi mezzi. Nella classe “Biciclette” si segnala l’aumento sia della bicicletta per adulto che per quella da bambino. Stabile la classe “pezzi di ricambio e accessori per mezzi di trasporto privatie “manutenzione e riparazione mezzi di trasporto privati”. Diminuzione dei “carburanti” (-1%), di seguito le variazioni registrate: benzina verde -0,8% (variazione da inizio anno negativa di quasi 8 punti) ; gasolio per auto -2,1% (variazione da inizio anno di oltre 10 punti in territorio negativo); gas GPL +0,8% (variazione da inizio anno negativa per 12punti). L’olio motore (+4,5%) recupera la diminuzione registrata nei mesi precedenti e porta l’indice di prezzo a 102. Stabile il gas metano per autotrazione (variazione da inizio anno nulla)

Le classi riferite al trasporto vero e proprio sono quelle che hanno registrato le maggiori variazioni, anche in virtù del periodo di rilevazione che influenza decisamente i prezzo. Variazione di prezzo con segno più per il “trasporto aereo passeggeri” (+5,4%): nazionale, europeo e intercontinentale aumentano rispettivamente di 11; 1 e 9 punti rispetto al mese di novembre. Più contenuta la variazione del “trasporto marittimo per vie d’acqua interne” (+1,2%) che recupera parzialmente la diminuzione precedente. Il segno meno della classe “trasporto passeggeri su rotaia” (-2,4%) è da imputare alla variazione delle tariffe nazionali interessate dalla disponibilità di biglietti con tariffe più convenienti, nonostante l’aumento della tariffa a livello regionale.

Comunicazioni (+1,2%; +0,4%). La variazione congiunturale di segno più porta l’indice ad attestarsi poco sopra a quello base. La situazione si sta modificando anche a livello annuale in quanto si registra la seconda variazione di segno più (se pur minima) dell’anno 2015. L’indice della divisione con base 2010 si attesta a 82.9 e pertanto la variazione registrata in questi 5 anni è negativa per oltre 15 punti percentuali.

Aumenta la classe dei “servizi postali” (+4%) a causa del forte aumento della tariffa per le lettere.

Variazione di segno più anche per “apparecchi telefonici e telefax” (+5,5%) da imputare alla variazione di segno più sia dei cellulari che degli smartphone; diminuiscono, invece, gli apparecchi per la telefonia fissa. Leggera variazione anche dei “servizi di telefonia e di telefax” (+0,1%) dove si registra il segno più per i servizi di telefonia mobile e il segno opposto per i servizi internet su rete mobile.

Ricreazione, spettacoli, cultura(+1,3%; +0,9%). Aumento di quasi un punto e mezzo per i prezzi della divisione in oggetto. La classe con la maggiore variazione dell’indice è quella dei “pacchetti vacanza” che fa registrare una aumento di 12 punti e lo riporta al livello base. La variazione è da imputare in particolar modo a quelli nazionali (+21,5%) piuttosto che a quelli internazionali (+4,8%). Sono molteplici le classi della divisione in aumento e le maggiori variazioni di segno più sono state registrate da “Apparecchi per il trattamento dell’informazione” (+2,1%); da “Articoli sportivi per campeggio e attività ricreative all’aperto” (+1,8%) e da “Articoli per giardinaggio, piante e fiori” (+1,8%), dove tutti i prodotti eccetto il concime registrano un aumento (terriccio universale +4,6%; rosa +3,1%; pianta ornamentale e fiore ornamentale per appartamento +1,6%. Prodotti in aumento degni di nota appartenenti a classi diverse sono Impianti d risalita (+8,9%); Libri di narrativa (+2,1%) e periodici (+2,8%). Le classi in diminuzione sono solo due: “supporti di registrazione” (-1,6%) e “giochi, giocattoli e hobby” (-4,9%).

Istruzione(nulla; +1%). Stabili tutti i prodotti della divisione in esame. Variazione annuale pari all’1%.

– Servizi ricettivi e di ristorazione(+0,1%; +1,6%). Leggera variazione rispetto al mese di novembre. L’aumento della classe “Ristoranti, bar e simili” (+0,2%) è da imputare alla variazione di prezzo del pasto al fast-food (+1,9%) e dello snack al bar (+2).

I “Servizi di alloggio” registrano una contrazione dei pari intensità (-0,2%) e nella classe si assiste alla riduzione di prezzo della camera d’albergo e al consistente aumento di agriturismo e campeggi.

Altri beni e servizi(-0,1%; -1,2%). Nella divisione in oggetto quasi tutte le classi sono stabili. Si assiste all’aumento di quella riferita agli “altri effetti personali” (+0,2%) da imputare alla variazione di prezzo del passeggino. Contrazione invece della classe “apparecchi non elettrici, articoli e prodotti per la cura della persona” (-0,2%) da imputare alla diminuzione della schiuma da barba e del dentifricio. Diminuzione anche per “Gioielleria ed orologeria” (-0,3%) dovuta alla contrazione di prezzo della fede in oro (-0,4%); che però registra un aumento da inizio anno si attesta a quasi 7 punti.

Ufficio statistica – Comune di Lecco