PROCESSO “METASTASI”/GICO:
SLOT, PRESTANOME E A PALERMO
UNA MAZZETTA DA 15.000€

TRIBUNALE LECCOLECCO – Ha debuttato quest’oggi nel Tribunale cittadino il processo “Metastasi”, il ramo che si svolge per rito ordinario e che vede imputati Mario Trovato, Antonello Redaelli, Saverio Lilliu, Antonio Romeo e Massimo Nasatti, presenti in cella di sicurezza, mentre accanto ai rispettivi difensori si sono accomodati l’ex sindaco di Valmadrera Marco Rusconi e l’imprenditore di Pescate Claudio Crotta.

Di fronte alla corte presieduta dal giudice Enrico Manzi con a latere i giudici Maria Chiara Arrighi e Salvatore Catalano, l’accusa ha ventilato l’ipotesi di una locale criminale legata all’imputato Mario Trovato, si è parlato poi di PGT e mazzette.

Il maresciallo del Gico della Finanza, Flavio Grassi, ha analizzato la funzione di Ernesto Palermo (che con Claudio Bongarzone e Alessandro Nania ha scelto il rito abbreviato) all’interno dell’amministrazione cittadina. Eletto infatti nelle fila del Partito democratico, Palermo faceva parte della commissione urbanistica presieduta da Alberto Invernizzi ed il sospetto è che all’interno della stessa potesse intervenire attorno alla stesura del Piano di governo del territorio.

VALMADRERA ( LECCO ) = ARRESTO DA PARTE DELLA PROCURA DI MILANO DEL SINDACO DI VALMADRERA MARCO RUSCONI E DEL CONSIGLIERE DI LECCO ERNESTO PALERMO A SEGUITO DI UN' INADAGINE DELLA DIA NATA DAGLI INCENDI DEL PAREO BEACH NEL LUGLIO 2008 E 2009La testimonianza del militare, insieme alle intercettazioni, ha rivelato la presenza di una mazzetta da 15.000 euro che sarebbe stata consegnata a Palermo per ottenere una modifica al Pgt utile a evitare la svalutazione di una proprietà.

Infine all’attenzione dell’aula sono stati portati i sospetti che dietro alle slot machine della DBM Electronics, ditta di Crotta e Bongarzone, ci fossero interessi del Trovato.

Al palazzo di giustizia lecchese ha preso la parola anche un altro teste dell’accusa, il capitano Andrea Baldassarro del Gico, che si è occupato degli accertamenti patrimoniali sugli imputati. Il quadro che i finanzieri hanno ricostruito definisce “esigua” la posizione reddituale di tutta la famiglia Trovato, condizione che per gli inquirenti non troverebbe riscontro nella realtà, anzi darebbe valore al sospetto di un circolo di prestanome.