PRONTO SOCCORSO LECCO:
NEL 2020 20MILA IN MENO
RISPETTO ALL’ANNO PRIMA

LECCO – “We are always there for you” è lo slogan di quest’anno per l’Emergency Medicine Day che ha celebrato ieri, 27 maggio, la ricorrenza della nascita della Medicina di Emergenza e Urgenza in Europa. La giornata ha avuto l’obiettivo di supportare e ringraziare tutti gli operatori sanitari che ogni giorno lavorano in Pronto Soccorso, sempre aperto per tutti i cittadini, e promuovere conoscenza rispetto all’importanza di avere servizi di Emergenza e Urgenza competenti e ben organizzati, del loro utilizzo consapevole e del grande valore che essi hanno in sé in termini di riduzione della morbilità e mortalità in situazioni sanitarie di emergenza.

Soprattutto in questo ultimo anno, con l’emergenza Covid-19, è risultato chiaro quanto l’attività di prima linea, rispetto gli ospedali, operata in tutti i Pronto Soccorso d’Italia, abbia fatto da argine a un fiume in piena.

Nei radi relativi al Pronto Soccorso dell’ospedale Manzoni di Lecco, rispetto al 2019 sono oltre 20mila in meno gli accessi (44.795 nel 2020, 66.540 l’anno precedente). Tra questi, 1478 sono stati categorizzati in rosso, 8913 in giallo, 20268 in verde, 2389 in bianco, mentre le prestazioni erogate su richiesta dei reparti sono state 1747.

Paolo Favini, direttore generale dell’ASST di Lecco, così si è espresso: “Gli operatori sanitari dei Pronto Soccorso dell’Azienda da sempre, ed in particolare durante la durissima prova dell’emergenza Covid-19, svolgono con passione e dedizione un lavoro impegnativo e difficile che hanno scelto con convinzione e determinazione. La pandemia ha sottoposto tutti loro a livelli di stress psicofisico davvero ineguagliabile nella storia della medicina moderna. Per questo un grazie di cuore da parte mia e della Direzione Strategica”.

Così invece Luciano D’Angelo, direttore del Pronto Soccorso dell’Ospedale Manzoni e presidente di SIMEU (Società Italiana della Medicina di Emergenza-Urgenza) Lombardia: “Durante il convegno sull’Emergency Medicine Day si è discusso dei valori che accomunano chi sceglie di lavorare nell’emergenza-urgenza (inteso come ogni figura professionale): spirito di servizio, rispetto dell’uomo e del suo dolore, una certa dose di follia di fondo coniugata con una resistenza da fondista e la fantasia dell’improvvisatore. Questo ha permesso al sistema di assorbire la forza dell’urto creato dalla pandemia, permette al sistema di resistere alle richieste dei cittadini che trovano la porta “sempre” aperta. Sono 300/1000 abitanti in Italia coloro che si rivolgono ai Pronto Soccorso (in Europa mediamente sono 80-90/1000 abitanti), ogni 90 secondi vi è una richiesta di soccorso, 20.000.000 sono le persone che ogni anno transitano in un Pronto Soccorso; durante il 2020 sono calati gli accessi del 25% su scala nazionale e, probabilmente, questo numero potrebbe indicare il livello medio di bassa appropriatezza nell’uso del sistema emergenza-urgenza. Quali sono i temi che sfidano il prossimo futuro? L’attenzione al patrimonio professionale umano, la stretta collaborazione con i Cittadini, le scelte operate dai decisori pubblici.”