QUELLE CHELE LEGATE ALLE ARAGOSTE NEL RISTORANTE LECCHESE: ESPOSTO ANIMALISTA

LECCO – Ha scritto al Comune di Lecco e alla Polizia Locale, ai Carabinieri, all’ASL veterinaria, alla Forestale e infine alle associazioni animaliste (ENPA, OIPA e LAV. Una battagliera signora di Olginate segnala anche al nostro giornale una violazione – dell’articolo 544 ter del Codice Penale – che se dimsotrata comporterebbe sanzioni fino ad un anno di reclusione o fino a 15mila euro per il reato di maltrattamento animali.

ARAGOSTE LEGATE GHIACCIOL’autrice dell’esposto ha avuto modo di constatare, presso un ristorante di Corso Bergamo, “la presenza di crostacei (aragoste) vivi sul ghiaccio con le chele legate“.

Il Ministero della Salute in un documento medico-scientifico redatto dal suo Centro di Referenza Nazionale per il Benessere degli Animali, intitolato “Sofferenza di aragoste e astici vivi con chele legate e su letto di ghiaccio durante la fase di commercializzazione” afferma che “Il posizionamento degli animali sul ghiaccio, anche se avvolti in sacchetti a tenuta, è assolutamente inappropriato sia come metodo anestetico che come metodi di stoccaggio, in quanto il contatto diretto con il ghiaccio determina asimmetria della perfrigerazione, sbalzo improvviso di temperatura, shock ipoosmotico da acqua di scioglimento o da condensa, ipossia e stress anaerobico”.

“La recente giurisprudenza – ricorda la sognora nella sua segnalazione – ha già confermato il reato di maltrattamento con diverse pronunce (Tribunale di Vicenza, 24 aprile 2006, che ha emanato un decreto penale di condanna ad un ristoratore reo di aver maltratto gli astici, Procura di Milano, 6 novembre 2006, che ha emanato un decreto penale di condanna contro un ristoratore milanese)”. Inoltre, alcuni Comuni italiani, tra cui Roma, hanno espressamente vietato questa pratica nei propri Regolamenti per la tutela degli animali.

In conclusione dell’esposto si legge l’inevitabile formula “Vogliate prendere i provvedimenti del caso”.