QUELLE “PIANTE GRASSE” CHE VEGETANO A PALAZZO BOVARA…

consiglio comunaleLECCO – La domanda sorge spontanea: perché stare in un parlamento se non si parla? E, per una volta, non si intende quello di Roma, ma la ben più umile e ridotta ‘Camera’ di Lecco, dove si prendono le decisioni sul futuro del capoluogo. Così, osservando il Consiglio comunale, si scopre che ci sono membri di tutti i tipi. Si possono ascoltare gli interventi dei tuttologi, più frequenti dei tradimenti a “Beautiful”, e quelli mirati degli esponenti di punta dei partiti, a volte un po’ sofisti, ma generalmente sempre in tema con la propria morale.

Poi, ogni tanto, si cade dalla sedia sentendo voci “nuove”. Quando va bene. Perché di alcuni consiglieri non si conosce nemmeno il timbro. Sono ombre che si muovono tra gli scanni, ma su cosa pensino, cosa progettino e cosa propongano a favore di Lecco neppure un suono, una parola.

Sorge abbastanza spontanea, quindi, la domanda ma c’è davvero bisogno di rappresentanti che in fin dei conti scaldano una sedia e votano secondo indicazioni. Con un eccesso di malizia qualcuno potrebbe chiedersi: “Ma i silenziosi sanno che cosa sta discutendo l’aula”? Nelle commissioni consiliari preparatorie e di controllo degli atti presentanti in nel parlamentino cittadino ci sono stati? Hanno qualcosa da ribadire all’assemblea?

Un consiglio comunale di una città capoluogo di provincia con quasi 50mila abitanti – e centinaia di migliaia di persone che tutti i giorni ci passano per studio e per lavoro – decide il futuro, anche con piccole azioni, mai inutili o banali. E la candidatura a un ruolo di amministrazione non la impone il medico curante.

La presenza nello scranno comunale procura un gettone da 32,54 euro lordi, non molti certamente, ma in tempo di vacche magre i contribuenti si chiedono quale produttività ottenga questo investimento e che genere di preparazione abbiano i consiglieri senza lingua e senza azione ( a pare quella di alzata del braccio in scia alle decisioni del proprio gruppo).

Poiché i consiglieri comunali, per l’effettivo esercizio delle loro funzioni, dice la Legge: “…Hanno diritto a prendere visione e di ottenere copia dei provvedimenti adottati dall’ente, nonché dalle aziende ed enti dipendenti e degli atti preparatori in essi richiamati, nonché di avere tutti i documenti amministrativi ai sensi dell’articolo 22 della legge 7 agosto 1990 n. 241 e tutte le informazioni e notizie in loro possesso, utili all’espletamento del proprio mandato. … diritto di iniziativa su ogni questione sottoposta alla deliberazione del consiglio. Hanno inoltre il diritto di presentare interpellanze, interrogazioni, mozioni e ordini del giorno.

Il sindaco o gli assessori da lui delegati rispondono, entro trenta giorni, ...” per intervenire a favore del governo della comunità, a un consigliere, le modalità non mancano.

E a Lecco, le possibilità di trascorrere qualche ora in compagnia il lunedì sera (giorno in cui di solito si fissano i consigli comunali) al di fuori di palazzo Bovara ce ne sono.

Eventualmente si può sempre suggerire – se ancora di moda – di collezionare francobolli, oppure giocare a tennis o trovarsi un’amante. Hobby personali che non impattano sui cittadini.

Fabio Landrini