REFERENDUM COSTITUZIONALE:
PRINCIPI O REGOLE?
UNA RIFLESSIONE OLTRE IL NO

magni sandroLECCO – Chi volesse guardare con po’ di distacco il dibattito sulla “deforma” Costituzionale, potrebbe osservare una certa sovrapposizione e identificazione di Regole e Principi. O meglio vedrebbe assorbiti i Principi dentro le Regole. Sembrerebbe un problema di poco conto. Ma non è così. La responsabilità maggiore la si può attribuire al Comitato per il NO che dovrebbe essere maggiormente interessato a questa distinzione. Il cui uso è opportuno per introdurre nel dibattito anche valutazioni politiche, e geo-politiche, in apparenza, più contingenti. E’ evidente se questa disattenzione l’abbiamo a livello nazionale, è del tutto logico che la buona volontà di tanti comitati locali per il No, la rimarchi ulteriormente.

Perché dico che Regole e Principi sono cose diverse? Per una semplice ragione. La nostra Costituzione, necessariamente e consapevolmente antifascista ragiona per Principi e non per Regole. Ragionare come è possibile, per confusione o ignoranza, per Regole porta solo acqua al mulino del SI. L’abbiamo visto anche in recenti dibattiti televisivi. (Travaglio-Renzi). In ogni caso, anche in presenza di una scheda referendaria calibrata sul SI, la discussione per regole, anche laddove ci sia il più dialetticamente preparato rappresentante del NO, ci mette in difficoltà. Questo non impedirà probabilmente che il NO possa vincere. Ma la discussione per principi rende più evidente come questa riforma stravolga l’attuale Costituzione. Mentre la discussione e il confronto per Regole renda più comprensibili le parole d’ordine del SI.
Una discussione per Principi, non porta alla folle affermazione che quella che si va a votare è solo la “deforma” della seconda parte della Costituzione, quella sulla forma di Governo, come se la forma di Governo non dipendesse, e non riflettesse, per necessità interna, i principi di libertà e uguaglianza da cui è informata la forma Stato. Basterebbe solo questa consapevolezza per dire No alla “deforma” assieme alla legge elettorale: il famigerato Italicum che della “deforma” è parte sostanziale. La illustra e la implementa. Anche se la “deforma” si commenta da sola.

Sulla base di questa distinzione, esplicitata, diventa allora chiaro che cosa significhi, che questa “deforma” prepara il “premierato assoluto”, come dichiara il Presidente dei Comitati del No, il decano dei Costituzionalisti Alessandro Pace. Anche se non vengono modificati i poteri del premier. Pardon, del Presidente del Consiglio.
Sulla base di questa “deforma ” che stravolge i principi di uguaglianza e di pari dignita e libertà (artt. 2,3 della Costituzione) dei cittadini, nonché la inviolabilità dei loro diritti fondamentali, si darà mano alla soppressione di tutti gli altri principi e si trasformerà la nostra Costituzione in un simulacro di Costituzione Democratica.

Garantito il diritto di voto a tutti, ma un diritto di voto disuguale grazie alla legga elettorale ad essa combinate, o a una qualsiasi altra legge sostitutiva, leggermente corretta, si potrà procedere a smantellare l’insieme dei diritti sociali e a inserire pienamente il nostro Stato dentro organismi sovranazionali, non democratici e compatibilizzati con il sistema cosmopolitico (globalizzato, oligarchico, multinazionalizzato) dell’economia e degli affari reali e finanziari.

La distinzione tra principi e regole infine sarebbe una distinzione anche dentro il vasto fronte del NO (è bene che sia ampio e differenziato), per dirci chi fa queste scelte per ragioni politiche contingenti e invece per chi sostiene le ragioni profonde di democrazia uguaglianza e libertà che affondano nella nostra Costituzione attuale.

Alessandro Magni