REMO VALSECCHI: “IL GRANDE
INGANNO DEL CARO ENERGIA”

OLGINATE – La notizia del giorno: la quotazione del gas sul mercato finanziario olandese, ieri, è arrivata a 200 euro per MWh, per la precisione a 199,92 euro, con la conseguenza di un ulteriore rincaro del costo energetico che si manifesterà nell’immediato dopo ferie.

La notizia è falsa, è solo un’informazione quasi terroristica con l’obiettivo di portare alla rassegnazione gli utenti, persone, famiglie e imprese, che non conoscono i meccanismi di importazione e vendita del gas. Obiettivo che, nonostante la naturale preoccupazione, è stato raggiunto.

I prezzi fissati dal mercato finanziario non sono il costo del gas naturale, sono riferiti a contratti spot, cioè contratti che si esauriscono in pochi giorni e che hanno un’unica logica, quella speculativa, consentendo grossi profitti e sono la prima causa, diretta e indiretta, dell’inflazione di cui già si sta sentendo il peso.

ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, ossia l’autorità di regolazione del settore, l’ha ben spiegato nella sua relazione al Parlamento e al Governo del giugno 2022. Ma, forse, la stessa non l’ha capito o non ha voluto capirlo e i nostri rappresentanti in Parlamento, probabilmente, non l’hanno nemmeno letto visto che è un dossier di 889 pagine.

Secondo i dati del Ministero, l’importazione di gas naturale è stata di 66,13 miliardi di Smc nel 2020 e di 72,73 miliardi di Smc nel 2021 che, con la parte di produzione nazionale, è stata tutta consumata dagli utenti. La filiera del gas è molto semplice e si realizza in tre fasi: 1) importazione e produzione nazionale e immissione nella rete nazionale; 2) trasporto, principalmente a carico di Snam fino alla rete territoriale di distribuzione; 3) distribuzione, ossia trasporto dell’ultimo miglio fino al contatore dell’utente. Il gas non necessita di operazioni accessorie e, quelle eventualmente necessarie, minime, come l’odorizzazione, sono effettuate da chi effettua il trasporto. Le due fasi di trasporto sono estranee alla questione del costo del gas essendo addebitate separatamente nelle bollette degli utenti.

Essendo una filiera semplice e lineare i volumi di gas fatturati dovrebbero essere quei circa 70 miliardi importati o di produzione nazionale ma, invece, come spiega ARERA nella sua relazione e con la tabella riportata ed estratta dalla relazione, i volumi fatturati di gas, nel 2020 sono stati 368,5 miliardi di Smc, cioè oltre cinque volte l’importato o prodotto. Non è un caso che solo 55 miliardi di Smc sono destinati al mercato finale mente 315 miliardi vengono scambiati tra grossisti di cui la maggior parte attraverso mercati finanziari, cioè PSV che significa Punto di Scambio Virtuale.

Se questi passaggi avvengono al prezzo del mercato finanziario olandese e, magari, come nel caso di ENI, sono fatturati al maggior prezzo, a una propria controllata, ecco spiegato le ragioni per cui ENI ha realizzato un margine operativo nel primo trimestre del 2021 di 1,862 miliardi di euro e nello stesso trimestre del 2022, un margine operativo di 5,352. Ovviamente le persone e le famiglie soffrono e si impoveriscono e le imprese chiudono.

Ma quali sono i prezzi realmente pagati all’importazione? Lo spiega sempre ARERA nella relazione precisando che il 20/30% dei volumi indicati nella tabella sono relativi ai prezzi contrattualizzati con il produttore di gas e indicizzati alle quotazioni medie dei prodotti petroliferi (Brent) calcolate su predefiniti orizzonti temporali che, nel predisporre la tabella che segue ho ipotizzato in un mese e che se fosse per periodi superiori determinerebbe un prezzo ulteriormente inferiore.

La linea blu indica, dal gennaio 2018 a oggi, l’andamento dei prezzi fissati dal mercato finanziario olandese mentre quella verde indica il prezzo con l’indicizzazione al prezzo del petrolio (Brent). Praticamente nel mese di luglio 2022 il prezzo applicato agli utenti, con il meccanismo del prezzo dei mercati finanziari olandesi, è oltre cinque volte e mezzo quello pagato dall’importatore. Secondo le quotazioni di ieri del mercato finanziario olandese il prezzo medio di luglio del gas naturale sarebbe di euro 166,85 mentre quello indicizzato Brent sarebbe di euro 29,48.

La linea rossa tratteggiata indica l’andamento del prezzo del petrolio e aiuta a capire le ragioni perché, nello stesso periodo, il prezzo del petrolio è praticamente raddoppiato mentre il prezzo del gas è aumentato otto volte.

La guerra russo-ucraina, che è fonte di altri problemi quali il razionamento necessario e inevitabile per sottrarsi alla dipendenza del regime russo, per quanto riguarda i prezzi non c’entra nulla. Infatti, già il primo dicembre 2021, prima della guerra il prezzo TTF aveva toccato i 180 euro per MWh, quasi quanto oggi, e il 7 marzo 2022, agli inizi della guerra, i 227 euro.

Lascio i commenti a chi ha voglia di leggere, ricordo solo che l’art. 43 della nostra Costituzione afferma la libertà dell’iniziativa economica privata purché non sia in contrasto con la funzione sociale. E in questo caso la funzione sociale è penalizzata da società soggette a golden share cioè al controllo pubblico con l’avallo di ARERA, autorità di regolazione e tutela degli utenti.


Remo Valsecchi

cittadino