REPRESSIONE DEL DISSENSO, IL GRAFFIO: “UN SINDACABILE PRESIDIO”

Se crediamo che le Leggi di uno Stato, le scelte di un Governo debbano essere ancorate e vela di crescita democratica, tutela dei più fragili e strumento per rimuovere gli ostacoli a tutto questo il DLL Sicurezza che in queste settimane è incardinato per una sua definitiva approvazione è qualcosa tra il più lontano da questo ancoraggio e da queste vele.

È un affondamento tutt’altro che lento, un precipitare verso democrature, cioè democrazie solo formali, sospese, regimi, e non democrazia liberali che abbiano a cuore la libertà di espressione e di critica come principio fondante.

Reprimere il dissenso, anche quello pacifico e nonviolento, inasprire pene per cattiveria e attitudine più che per logica e utilità, utilità collettiva, restringere i diritti e non riconoscere i bisogni dei più fragili e delle madri incinte o con figli piccoli per fare solo alcuni degli esempi dei soggetti che verranno colpiti da questi provvedimenti ora, dopo la Camera, al vaglio del Senato e poi del Presidente della Repubblica ne è, ne sono la riprova.

È per questo che pur nel tentennamento sindacale di decenni di accondiscendenza o tolleranza con i vari Governi di Centrosinistra senza residui di lotta che tra Daspo, mancate legiferazioni ad ampliamento dei Diritti, creazione di Cpt e provvedimenti contro i migranti, Accordi bilaterali con Stati spaventosi senza garanzie di democrazia come la Libia, sostegni a Guerre, vendita di armi e impoverimento di Sanità pubblica e Lavoro non solo in merito al salario minimo, è buona cosa che, sindacalisti, funzionari, pensionati e di troppe bandiere della Fiom sotto cui gli stessi stavano a presidiare il nulla, in un centinaio si siano trovati, pressoché solo tra loro, al presidio davanti al Comune ieri contro il Ddl Sicurezza.

Mancavano i giovani, mancavano i lavoratori, mancavano i cittadini, ma fortunatamente con la presenza, la parola e la voce di Corrado Conti dell’Assemblea permanente contro le guerre, che a differenza del segretario della CGIL Riva ha parlato chiaro, in modo credibile e concreto, senza retorica delimitandone la cornice, descrivendone il quadro e la firma, ha con puntualità e competenza spiegato i colori – tendenti al nero fosco – di questo Dll Sicurezza, condividendo i pennelli e un altro modo di dipingere una società diversa, cosa che il segretario della Cgil invece non ha fatto, per una parte finta troppo lunga del suo intervento per solidarizzare e giustificare con le forze di polizia, le stesse che non sono in grado di mettersi un codice identificativo sul casco, di dire a 23 anni di silenzi le verità e i noni dei colleghi nei fatti del G8 di Genova e la mattanza messicana nella scuola Diaz.

Corrado Conti ha dato un senso al Presidio di ieri, lui con alcuni giovani, nuovamente.

Perché ha ben chiaro, a differenza di troppi, nel sindacato, nei partiti, nei ruoli di potere che la Lotta e i Diritti non può essere per trovare un posto in questa società ma quello di creare una società in cui valga la pena trovare un posto.

Un Comune Comunardo