RIFIUTI. “CHI MENO INQUINA, MENO PAGHI”, LO CHIEDONO A LECCO
I 5 STELLE

LECCO –  In un comunicato fiume, quasi un trattato, sulle strategie dei rifiuti in vigore e anche d’auspicare, il Movimento 5 Stelle di Lecco si rivolge al Comune per criticare l’assegnazione a Silea della gestione delle immondizie e per chiedere una politica tariffaria diversa più favorevole ai singoli cittadini e aziende che s’impegnano a differenziare i propri conferimenti, secondo la logica del loro motto: “Chi meno inquina, meno paga”. Una istanza in questo senso è stata già depositata in Comune.

La critica va all’attuale politica sui rifiuti, sostenuta da incentivi e dove il soggetto controllante è anche controllore. Temono, i 5 Stelle, di finire sul progetto di ‘Tele-riscaldamento’, perché: “Legherebbe indissolubilmente il territorio lecchese alla necessità di importare da fuori provincia e fuori regione elevate quantità di rifiuti”.

Ecco il comunicato integrale

Esprimiamo forti perplessità riguardo la decisione della giunta comunale di affidare direttamente a Silea Spa l’appalto per la raccolta dei rifiuti. Riteniamo che vi sia una profonda incompatibilità fra gestione della raccolta, gestione dello smaltimento mediante incenerimento e gestione del riciclo-recupero dei rifiuti.
La società che ha in appalto il servizio di raccolta, così come quella che gestisce il riciclo ed il recupero, ha come obiettivo una gestione ottimale che comporta anche processi di sensibilizzazione ed incentivazione alla riduzione dei rifiuti destinati all’ incenerimento, stimolando l’incremento della raccolta differenziata che genera eco-reddito. Ovviamente la medesima società non può essere anche proprietaria del forno inceneritore il cui fatturato è legato alla quantità di rifiuti conferiti e inceneriti. E’ una contraddizione di termini.
Tabella Rifiuti trattati in Lombardia nel 2010Ricordiamo che i ricavi dell’inceneritore sono gonfiati da politiche d’incentivo pubblico attraverso i Certificati Verdi, senza i quali il business dell’incenerimento non sarebbe sostenibile. Gli incentivi non dureranno in eterno ed è quindi necessario ripensare nell’immediato il modello di gestione dei rifiuti.

La nostra istanza, protocollata nel Comune di Lecco il 23 gennaio scorso, per l’introduzione di una tariffazione puntuale in ossequio al principio del “chi meno inquina meno paga”, vuole essere il primo passo per l’avvio di un ripensamento del ciclo dei rifiuti.

Il soggetto incaricato di raccogliere i rifiuti urbani deve essere in grado di misurare “puntualmente” la quantità e la qualità di rifiuto prodotto, favorendo la minimizzazione di quanto inviato ad incenerimento, massimizzando la quantità di rifiuto differenziato e permettendo l’incremento dei ricavi derivanti dalla vendita della materia recuperata ai consorzi di filiera.

Siamo convinti che il servizio di raccolta debba essere slegato dal servizio di smaltimento e che questi debbano essere posti “in contrapposizione virtuosa”: tanto meglio lavora chi fa la raccolta, tanto meno lavora chi incenerisce.

La poco lungimirante pianificazione strategica del ciclo dei rifiuti, culminata pochi anni orsono con un costoso e inutile ampliamento della capacità d’incenerimento del forno di Valmadrera, è ormai evidente: impianto poco efficiente, come evidenziato anche dal recente rapporto di Legambiente, ed abbondantemente sovradimensionato rispetto alle esigenze del territorio, che per ragioni di bilancio già oggi deve importare da fuori provincia una fetta consistente di rifiuti da incenerire, in particolare quelli sanitari pericolosi (Classificati CER 18 – Pericolosi. Fonte: schede ARPA per ISPRA, 2010) .

Teniamo a precisare che l’alternativa all’incenerimento, per noi, non è la discarica. La nostra idea non è quella di chiudere Silea Spa, ma chiediamo che l’azienda e le amministrazioni comunali si facciano promotrici del cambiamento verso una gestione virtuosa dei rifiuti in linea con le direttive europee e con la strategia Rifiuti Zero.

Chiediamo pertanto di ripensare completamente il ciclo di gestione dei rifiuti, trasformando gli stessi una risorsa dalle positive ricadute occupazionali. E’ necessario applicare un modello innovativo, basato sulla selezione e sul trattamento biomeccanico a freddo, che recuperi ulteriori materiali dal rifiuto urbano residuo, creando una sinergia virtuosa con l’azienda affidataria della raccolta ed incentivando le buone pratiche di riduzione del rifiuto prodotto.

L’investimento verso il recupero dei materiali è economicamente meno rischioso e meno invasivo dal punto di vista ambientale oltre che vantaggioso per la salvaguardia (se non incremento) dei posti di lavoro, rispetto al ventilato “Tele-riscaldamento”, progetto inutile e costoso che legherebbe indissolubilmente il territorio lecchese alla necessità di importare da fuori provincia e fuori regione elevate quantità di rifiuti per poter garantire la piena funzionalità al forno.

Se gli amministratori locali intendono assumersi la responsabilità politica di fare del territorio lecchese un centro di smaltimento dei rifiuti provenienti da altre parti d’Italia lo dicano apertamente. Il Movimento 5 Stelle si opporrà a tale decisione.

E’ tempo che nel territorio Lecchese il “ciclo dei rifiuti” venga ridisegnato, seguendo gli esempi virtuosi dei consorzi del Veneto (Contarina Spa ) o Toscana (Capannori) , che hanno superato il modello basato sull’inceneritore sposando la strategia “Rifiuti Zero”.

Auspichiamo infine che qualunque sia il soggetto affidatario del servizio di raccolta dei rifiuti, possa implementare quanto da noi richiesto: la tariffazione puntuale, al fine di incentivare i comportamenti virtuosi volti a ridurre la quantità di rifiuto prodotto ed aumentare qualità e quantità della raccolta differenziata, da troppi anni ferma a livelli inaccettabili.

Raccolta “differenziata spinta” con separazione alla fonte dei materiali, tariffazione puntuale, incentivi economici ai cittadini che producono meno rifiuto indifferenziato: questi sono i primi passi verso Rifiuti Zero.

Ci dichiariamo disponibili a incontrare i vertici di Silea e gli amministratori comunali al fine di discutere e pianificare un nuovo modello di gestione che veda nel rifiuto una risorsa da sfruttare e non incenerire”.