RUBRICA MUSICA & DINTORNI.
2- L’INTERVISTA A PIER FRAU:
“LA MUSICA È UNA COSA BELLA”

LECCO – Dopo la prima puntata prosegue la nuova rubrica “Musica e dintorni” di Lecco NewsQuesta volta si parla di Pier Frau, lecchese classe 1997. Inizia a suonare a tredici anni e, con la sua prima band – i Midnight Train – arriva a esibirsi a Expo 2015, nel padiglione italiano.

Oggi ha deciso di inseguire il suo sogno come cantante e autore delle proprie canzoni. A marzo entrerà nello studio di registrazione per incidere il suo primo album inedito. Sabato 23 febbraio, al Discoshop di Lecco, suonerà live in anteprima alcuni brani e offrirà la possibilità di preordinare il disco.
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Come hai iniziato questa professione?

“Quando ero piccolo pensavo solo a giocare a calcio. Poi ho iniziato a suonare la chitarra e non ho più smesso. Dopo la bellissima esperienza dei Midnight Train, ho deciso di dedicarmi alla scrittura delle mie canzoni in italiano. Le prime canzoni, dico la verità, non erano granché. Ho avuto la fortuna di incontrare il mio produttore Stefano Fumagalli che mi ha accompagnato in questo percorso, fino ad arrivare qui: il mio primo album con nove brani inediti che uscirà in estate. Ho deciso che volevo creare qualcosa di bello, e con sacrificio mi sono impegnato per riuscire a coronare questo sogno”.

In una città come Lecco, quante possibilità di successo ci sono per un cantante alle prime armi?

“Lecco è una città con un grande potenziale inespresso e, spesso e volentieri, sfruttato male. Sulla musica bisogna investire, ma Lecco sembra non volerlo fare. Le città che decidono di dedicarsi a progetti musicali riescono ad attrarre moltissima gente. Spesso mi chiedo perché questo non accada qui. Abbiamo piazze bellissime che potrebbero accogliere centinaia di persone, perché non sfruttare la bellezza di questa città e puntare sui talenti locali? Vorrei tanto vedere le nostre piazze prendere vita, vorrei che i ragazzi di questa città non sentissero di doversene andare per trovare fortuna altrove. C’è stata un’occasione in cui io e il mio gruppo abbiamo suonato prima dei Pinguini Tattici Nucleari: piazza Garibaldi era gremita e nell’aria si respirava felicità”.

A che genere ti dedichi e che tipo di canzoni scrivi?

“Mi sono ispirato alle sonorità di due grandi della musica italiana che apprezzo molto: Alex Britti e Zucchero. Amo mischiare influenze pop con il groove della musica funky. La mia band è composta da sette elementi: una sezione ritmica e una di fiati (tromba, sassofono baritono e tenore). Qui sta la nostra originalità: accostare elementi di provenienza diversa a un testo in italiano. Con questo gioco di contrasti voglio trasmettere intensità, divertimento e solarità.

I miei testi parlano di ciò che vivo quotidianamente. Mi piace inserire nel testo parole che si usano tutti i giorni, parole che non penseresti mai di sentire in una canzone. Io credo che la semplicità sia la chiave per arrivare di più alle persone. Vorrei che il mio pubblico si immedesimasse nei miei brani, vorrei evocare ricordi di vita e stimolare l’immaginazione”.

Cosa vorresti fare capire al pubblico?

“Io scrivo in primis per me. Vorrei dimostrare a me, e alla gente che mi ascolta, che i sogni si possono realizzare. Se ci si dedica con passione e determinazione, i risultati prima o poi arrivano. Io mi sveglio alle 4 del mattino per andare a lavorare e riuscire a mantenere questo mio grande amore. Sicuramente poi un pizzico di fortuna ci vuole, questo è quello che io mi auguro. Io penso che la determinazione, la personalità e il carattere valgano più dei tecnicismi. Una delle mie soddisfazioni più grandi è essere qui, a soli ventun anni, a raccontare quello che sono in un album tutto mio, e cantare ciò che non sarei mai riuscito a esprimere a parole. Scrivere è il mio modo di comunicare. Infatti io scrivo sempre, appena posso, ogni volta che mi balena un’idea mi segno una frase o registro una melodia. Un po’ mi spaventa il futuro, ho paura di non riuscire a superare quello che ho raggiunto, nel mio piccolo, quest’anno. Ma forse è anche questo il bello di questo lavoro”.

Che immagine vuoi dare di te?

“Nel mondo della musica la comunicazione è fondamentale: i social, l’immagine del personaggio, i loghi e le grafiche. Io voglio rappresentare la mia personalità, essere genuino e solare come sono nella vita di tutti i giorni. Questa solarità si ritrova nella mia musica. La musica è una cosa bella, e io voglio svagare e divertire il mio pubblico, soprattutto in un momento sociale in cui l’Italia è oberata e afflitta da innumerevoli problemi. Secondo me, più sincero sei, più il pubblico ti capisce. Il mio nome d’arte infatti, Pier Frau, non è altro che il nome con cui mi chiamano i miei amici. Voglio mostrare me stesso a chi mi ascolta. È per questo che ho voluto lasciare le lezioni di canto: volevo mantenere la mia personalità, anche se con qualche imperfezione”.

Alice Andrini