“SALVIAMO IL MAGNODENO”:
QUESTO POMERIGGIO
PRESIDIO IN PIAZZA CERMENATI

LECCO – “Dopo tante firme, comunicati, post sui social, interviste e… cime, per fotografare la cava e sventolare i nostri striscioni, è finalmente possibile vederci e farci vedere con una manifestazione statica”: così spiegano gli organizzatori del presidio pubblico che si terrà domenica 9 maggio alle 15 in piazza Cermenati. L’obiettivo della manifestazione è quello di “dire no all’ampliamento della cava vaiolo alta“.

“Invitiamo a partecipare i firmatari, i simpatizzanti, chi ci ha dato una mano e anche chi non è d’accordo con noi e con l’idea di futuro che abbiamo delle nostre montagne. Un pomeriggio in presidio, con interventi di membri del comitato dalle 16:30 circa. Obbligatori mascherina e distanziamento sociale” continuano.

Durante l’evento verranno discusse e presentate anche le risposte dei diversi schieramenti politici alle domande inviate nei giorni scorsi dal comitato: “L’escavazione potrebbe rappresentare un rischio per la salute pubblica?”, “Il comune di Lecco dovrebbe esprimere parere contrario all’attuale richiesta di ampliamento?”, “Il nuovo P.G.T. dovrà prevedere uno stop definitivo all’escavazione del monte Magnodeno?”.

“Un cubo di 140 metri di spigolo, che potrebbe contenere più di sei volte il Duomo di Milano. L’ampliamento si andrebbe ad aggiungere ai già autorizzati 2.000.000 di m³ residui (un altro cubo di 125 metri di spigolo). Il risultato sarebbe una voragine in grado di contenere uno dei quartieri storici più grandi della città: Lecco Centro, Pescarenico, Acquate, Castello, Germanedo, Maggianico, San Giovanni, Chiuso…” aggiungono i membri del comitato, che si soffermano anche sui rischi: “si passa dai problemi legati alle polveri dell’escavazione alla CO2 emessa dai forni che bruciano la roccia calcarea, a cui si sommano la tenuta idrogeologica di un versante già classificato a rischio frana, l’inquinamento delle acque dei torrenti nonché lo snaturamento dell’area e degrado del paesaggio di una città votata al turismo”.