SAN NICOLÒ E LA LECCO FLUVIALE
A DUE ANNI DAL RESTAURO
DELLA STATUA DORATA

san nicolò leccoLECCO – A pochi giorni dalla festa patronale dei lecchesi c’è chi già comincia ad acquistare le tradizionali mele da decorare o impacchettare. Associazioni, scuole, oratori e mamme tutte al lavoro, e tra le mani il frutto che rende tanto preziosa la Valtellina. Ma quanti bambini saranno rimasti a chiedersi “perché una mela?”. I pargoli lecchesi di qualche decennio fa probabilmente trovavano sulla finestra la mela trasformata in un vecchio saggio, quale era certamente San Nicolò, magari con una noce come testa, un cartoncino a punta per fare il cappello e della barba di cotone. Intanto qualcuno della famiglia si prestava a fare da narratore e ricamava storie sulla figura di un Santo tanto conosciuto quanto lontano nella storia.

san nicolò udine 2Nicolò (nato nel 270 d.C., divenne Vescovo di Mira, un viaggiatore, pellegrino per le comunità cristiane in via d’espansione) secondo la leggenda popolare, tramandata oralmente ma anche attraverso i numerosi affreschi collocati lungo tutta la penisola, camminava un mattino per una piazza, dopo aver raccolto tre mele. Si fermò, come gli suggeriva sempre la sua generosità, davanti a tre bambini in evidente stato di povertà e intristiti. Regalò quei frutti senza indugio e ricevette in cambio la gioia dei tre piccoli che gli sorrisero. Ma Nicolò continuò a camminare, a viaggiare, per mari e terre assetate di cristianesimo, per questo nel tempo, oltre che protettore dei bambini, lo è anche dei viaggiatori. E il viaggio è stato nel tempo sempre legato alle acque.

comballo-lago-di-comoProbabilmente il fatto che un santo protettore dei lavori e dei viaggi su acqua coroni la Basilica di Lecco dal 1300, si spiega con la storia dei mestieri della nostra città. Al tempo della costruzione dell’edificio Lecco era un porto fluviale, tappa centrale per merci e viaggiatori che si spostavano dal milanese alla Valtellina e viceversa. Sulle acque dell’Adda c’era un organizzatissimo traffico di Batèi e Comballi, con grande capacità di carico, qualche imbarcazione raggiungeva persino i 30 metri di lunghezza. Ampie e alte vele padroneggiavano ordinate sulla riva, intanto carri e buoi si preparavano sul lungolago per ricevere merci e persone. Ruotava tutto attorno al lago, alle sue sponde, alle correnti, al tempo, ai venti di cui ci siamo dimenticati i nomi.

san nicolò udineTra gli affreschi che raffigurano il Santo, lecchese “per adozione”, si distinguono quelli realizzati da Vitale da Bologna (un ciclo del 1349) e che si trovano nelle trecentesche cappelle del Museo del Duomo di Udine, luogo artistico rappresentativo della scuola lombardo veneta. Mentre nella statuaria la nostra città detiene il primato per la più celebre rappresentazione del Santo di Giuseppe Mozzanica, inaugurata nel ’55 e riqualificata nel 2013 dal laboratorio Luzzana di Civate, è collocata tra le acque del lago, poco più in là dalla riva, nel punto considerato un tempo l’ingresso al molo di Lecco. Un faro dorato, una lanterna sul buio del passato.

Michele Casadio