SCISSIONE RENZI, FRAGOMELI:
“LA STIMA È IMMUTATA
MA DECIDO DI ‘STARE’ NEL PD”

Carissime, carissimi,
chi mi conosce, politicamente e personalmente, sa certamente in quale modo io abbia promosso e interpretato il mio impegno politico in questi anni ed immaginerà, perciò, quanto gli ultimi giorni possano essere stati complessi.
Il mio percorso politico ha avuto inizio nella sezione di Cassago Brianza dei Democratici di Sinistra, partito che ho avuto poi l’onore di dirigere in qualità di segretario della Federazione di Lecco. La mia formazione si è quindi consolidata attraverso l’attività amministrativa – prima in qualità di assessore e poi, per dieci anni, come sindaco – nella mia Cassago. Un’esperienza che mi ha indubbiamente dato molto e che, innanzitutto, mi ha insegnato il valore del saper “coltivare il bene comune”, imparando come, ai “cambi di stagione”, non deve necessariamente seguire lo smarrimento del senso e della natura comunitaria del proprio impegno.
Nel 2007 ho seguito, con convinzione e consapevolezza, Walter Veltroni – protagonista indiscusso del rilancio del riformismo italiano – nella realizzazione dell’innovativo progetto che ha dato vita al Partito Democratico.

Dopo anni di militanza e responsabilità nell’organizzazione territoriale del PD, nel 2013 sono stato eletto deputato e ho preso parte ad una prima Legislatura di Governo nel corso della quale ho vissuto, appassionandomi ogni giorno di più, una grande stagione riformista il cui principale motore – è innegabile – è stato Matteo Renzi. Con forza e competenza ha avuto il coraggio di sfidare, fuori e dentro il partito, i “conservatori del presente” e, con lui, convenienze e rendite di posizione hanno perso il consueto peso politico. Per questo, e altro ancora, oggi la mia stima per Matteo resta immutata.

Un’attestazione di stima che, in questi giorni, non mi ha fatto smarrire un’altra costante del mio impegno politico – sia a livello comunale prima che nazionale poi – ovvero la consapevolezza che le mie principali scelte dovessero essere sempre coniugate al plurale, vale a dire caricandomi l’onere e l’onore di rappresentare una comunità: compagni di partito, simpatizzanti, amici e cittadini che, con osservazioni e interrogativi, anche questa volta hanno contribuito allo sviluppo delle mie valutazioni e alle mie conseguenti prese di posizione.
Nei giorni convulsi nei quali Matteo Renzi ha deciso di intraprendere una nuova strada, io ho deciso di “stare” – e non di “restare” – nel Partito Democratico, perché ritengo questa essere una scelta rivolta al futuro del nostro Paese, prima ancora che alla storia del PD.

Ciò detto, non posso però esimermi dall’esprimere infine alcune considerazioni:

è nostro compito comprendere le ragioni di tutti, tanto di chi se ne va che di chi sta nel PD, senza pregiudizievoli moralismi o tantomeno indagando improbabili capi d’imputazione;
è nostro dovere rispondere, con sincerità e rispetto, alla propria base, agli iscritti, agli elettori e agli interlocutori istituzionali e sociali del nostro territorio;
è fondamentale togliere l’accento dai vari personalismi e allargare, al contrario, il perimetro della condivisione delle scelte;
è necessario stimolare l’attuale segreteria nazionale del PD affinché prosegua in una politica di stampo riformista.

Quella che ci aspetta è un’altra sfida – con un fattivo e straordinario confronto dentro e fuori la comunità del PD – attraverso la quale riprendere le finalità dell’originaria vocazione maggioritaria da cui siamo partiti e tesa a guidare l’ambizione di saper cogliere e interpretare le nuove pluralità – del mondo dei lavori, delle economie, del volontariato e delle diverse formazioni sociali – per poi arrivare a rappresentarle politicamente.

Il Partito Democratico, nuovamente al Governo del Paese, è quel porto sicuro nel quale potranno approdare, e trovare cittadinanza, le libertà di pensiero e di azione necessarie alla costruzione di una società moderna ed europeista, in grado di contrastare le disuguaglianze di ieri e di oggi, ferocemente fomentate dalle ricette populiste.

Gian Mario Fragomeli
Partito Democratico