LECCO – È scomparso questa mattina, a 70 anni, il giornalista lecchese Riccardo Bonacina. Firma della carta stampata dal 1985, Bonacina venne chiamato in Fininvest come caporedattore per preparare il primo TG delle reti private, “Studio Aperto”. Passato alla Rai nell’aprile 1991, fonda “Il coraggio di vivere”, la prima testata di informazione sociale che metteva in mostra il mondo dell’associazionismo.
Il 1994 fu un anno chiave per Bonacina: ad ottobre di quell’anno fondò il settimanale “VITA Non Profit Magazine”, oggi a cadenza mensile, e la Società Editoriale VITA, che si occupano entrambi di volontariato e mondo del non profit.
Tra gli altri progetti di Bonacina “Vitachannel”, nel 2004, con le due produzioni Vitamina e Senza fini di lucro, e nel 2005 “Communitas”, un mensile della società di mezzo. Nel 2000 ricevette l’ambìto riconoscimento “Il Premiolino” per la bontà giornalistica del settimanale “VITA” e nel luglio 2005 il prestigioso premio “Colomba d’oro per la pace”, promosso dall’Archivio Disarmo e dalla Presidenza della Repubblica.
“Riccardo è stato un uomo appassionato – lo ricorda l’attuale direttore di VITA, Stefano Arduini -. Una passione che quelli che hanno lavorato con lui hanno toccato con mano quotidianamente, nella sua intensità e radicalità, nel modo di fare giornalismo e nel racconto sociale di cui, di fatto, è stato l’inventore nel nostro Paese. La stessa passione e la stessa radicalità le metteva nelle relazioni umane, coltivate con cura delicata e con cultura profonda, ma mai esposte, mai sbandierate. La chiave di volta era la “libertà”. Per lui mantenere la libertà di pensiero e d’azione nel fare VITA è sempre stato il primo criterio su cui fondare anche il modello di impresa che si era inventato”.
Bonacina lascia la moglie Nicoletta e i figli Paolo, Lucia, Maria e Francesca. I funerali si terranno venerdì 13 dicembre alle 11 nella basilica di Sant’Eustorgio (piazza Sant’Eustorgio 1) a Milano.