SERVIZIO IDRICO:
RALLENTA LA MACCHINA
DELLA PRIVATIZZAZIONE

LECCO – L’assemblea dei sindaci lecchesi tenutasi lunedì sera ha fatto il punto sulla situazione del servizio idrico integrato, e la fazione a favore di una gestione pubblica dell’acqua, dopo un 2014 di sconfitte, ne è uscita con una vittoria significativa.

L’azione del Comitato per l’acqua pubblica che ha portato al pronunciamento della Corte dei Conti, e le mancanze delle aziende protagoniste delle concessioni idriche, hanno rinforzato la proposta del sindaco di Merate Andrea Massironi che preme per l’affidamento ad una società di primo livello, nella quale i comuni mantengano voce in capitolo.

Il 31 dicembre l’affidamento provvisorio a Idroservice decadrà; nel 2015 sarebbe dovuta scattare la concessione ventennale per la stessa Idroservice ma questa, è ormai risaputo, non ha requisiti per svolgere tale compito. Un cronoprogramma in cinque punti avrebbe dovuto portarla all’interno dei parametri di legge ma a detta proprio dell’advisor nominato dalla provincia di Lecco per monitorare le partecipate lecchesi, Diomira Cretti, dirigente dell’ufficio d’ambito di Lodi, nulla è stato fatto.

Non pervenuta la deliberazione dei soci di LRH che determini la fuoriuscita di Idroservice dalla holding; non ancora apportata la modifica statutaria per garantire l’ingresso di tutti i comuni lecchesi ancora non soci (ad oggi 65 su 89) e contemporaneamente escludere i comuni comaschi che tuttora detengono partecipazioni nella società. Nemmeno si è provveduto quindi al patto parasociale tra i comuni per introdurre il sistema di votazione proporzionale al numero di abitanti. Ben lungi dal ralizzarsi l’integrazione operativa e societaria di Idrolario e Idroservice come ancora non si ha notizia della presentazione da parte di Idroservice di un piano economico-finanziario che giustifichi l’affidamento in termini di efficacia ed economicità.

In breve, ampiamente disattesa la fuoriuscita dalla holding promessa entro lo scorso 30 giugno dagli amministratori delle società (Lelio Cavallier per Idrolario, Gianfranco Castelli per Idroservice e Vittorio Proserpio per Lario Reti Holding). Ed a questa mancata ottemperanza si somma la bocciatura pervenuta dalla Corte dei Conti.

Nella battaglia per l’acqua si attende ora la contromossa del nucleo di amministratori, maggioritario e per lo più di area democratica, favorevoli ad una gestione “ibrida” del servizio idrico, disponibili a mantenere Idroservice all’interno di Lario Reti Holding come società di secondo livello, rinunciando quindi al controllo analogo su quello che è considerato un bene pubblico.

La sorte dell’acqua lecchese sembra però essere ad un bivio. Entro fine mese l’assemblea ATO potrà definire una nuova strategia, voltando pagina e concedendo una possibilità alla proposta meratese, oppure potrà perseverare sulla strada della “privatizzazione” barcamenandosi tra cavilli giuridici e maggioranze politiche.