SI STUDIERÀ GENDER A SCUOLA?
NO, LA PARITÀ UOMO-DONNA.
IL RESTO È ALLARMISMO

gender-symbolsIl panico da “teoria gender” scorre ormai incontrollato: sempre di più sono le associazioni (soprattutto cattoliche, ma non soltanto) che puntano il dito contro lo “sterco del demonio”, convinte che da quest’anno in ogni si scuola comincerà a indottrinare i bambini con teorie elaborate dalle “lobby gay”, costringendo i maschi a portare vestitini rosa e le femmine a giocare a calcio contro la loro volontà. E i genitori sono sempre più preoccupati.

Negli ultimi tempi il bersaglio è stato il ddl de La Buona Scuola, che conterrebbe secondo molti l’invito a istituire cicli di lezioni basati sulle teorie di genere. Il punto incriminato è il comma 16 del decreto che recita: «Il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni […]». L’obiettivo, come può leggere da sé chiunque sappia comprendere l’italiano e come dichiarato dalla senatrice del Pd, nonché Vicepresidente di Palazzo Madama, Valeria Fedeli – ideatrice del progetto inglobato nella riforma scolastica – è in realtà quello di promuovere la parità tra uomo e donna superando gli stereotipi e di prevenire qualsiasi tipo di violenza di genere o discriminazione. Ma in questo punto si è voluto vedere il tentativo, nascosto da buoni sentimenti, di inserire nella scuola l’insegnamento della “teoria gender”. Ed è scattato l’allarmismo.

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