SIMONETTI: “SCUOLE AL FREDDO
PER COLPA DEL GOVERNO MONTI”

pariniLECCO – Il riscaldamento all’istituto Parini di Lecco è stato acceso solamente oggi, nella giornata di martedì. E così, per qualche giorno, i ragazzi e gli insegnanti sono stati costretti a rimanere in aule fredde, anche sotto i 16 gradi, spesso indossando la giacca per avere un po’ di calore in più.

“Il contratto del riscaldamento prevede che sia azionato a partire dal 15 ottobre, non prima – afferma il vicepresidente provinciale Stefano Simonetti –. Purtroppo abbiamo avuto una serie di problematiche e poche risorse che ci costringono anche a limitare le deroghe. Abbiamo chiesto agli istituti aperti per i corsi serali di limitare il riscaldamento per mancanza di fondi”.

simonetti_stefanoNel gennaio scorso Villa Locatelli aveva segnalato la mancanza di fondi per garantire l’uso dei termosifoni nelle scuole superiori di tutta la provincia. “La situazione è gravissima – aveva affermato Simonetti – perché i tagli di fatto hanno azzerato le disponibilità. Non si tratta di pochi soldi, ma di un milione e 645mila euro più Iva. Nello specifico sono un milione e 420mila euro per le forniture di gas e combustibili, 110mila per le verifiche e le manutenzioni degli impianti e 115mila per la manutenzione degli impianti sanitari”. Per questo il numero due dell’Amministrazione provinciale aveva chiesto aiuto al Governo.

Ora però le casse, sono state riempite. “Non grazie a Roma, bensì per merito dell’assessore provinciale al Bilancio Ennio Fumagalli – prosegue – che è riuscito a trovare soldi per i riscaldamenti nelle scuole e negli uffici pubblici. Ma abbiamo dovuto togliere fondi in altri settori. Dobbiamo ancora fare i conti con i tagli del Governo Monti”.

Già nello scorso anno scolastico si era parlato del Parini perché pioveva nell’atrio dell’istituto ed erano stati posizionati secchi per raccogliere l’acqua. Dopo un intervento dei tecnici della Provincia, le guaine sul tetto erano state riparate, eliminando un problema trentennale della scuola.

Sempre nel plesso di via Badoni, però, diverse classi sono ipertecnologiche. Grazie a progetti regionali infatti molti studenti sono stati dotati di un tablet a testa, così da avere un aiuto in più nell’apprendimento. Contraddizione della scuola italiana, proiettata nel futuro, ma con le strutture non sempre adeguate.