SPARI E 3 MORTI AL TRIBUNALE
DI MILANO. UNA LECCHESE
“IMPRIGIONATA” IN UFFICIO

MILANO – Un uomo è entrato armato nel Palazzo di giustizia di Milano e ha fatto fuoco. Gli spari si sono sentiti anche all’esterno dell’edificio. Stando alle prime informazioni il killer sarebbe un imputato per bancarotta e avrebbe causato la morte di tre persone, tra le quali un magistrato e il suo ex avvocato. Le forze dell’ordine hanno poi fermato l’assassino, il 57enne Claudio Giardiello, a Vimercate.

LMICKY MANENTEa sparatoria è avvenuta in un’aula al terzo piano; il Tribunale è stato fatto parzialmente evacuare, mentre al personale ai piani superiori è stato richiesto di chiudersi negli uffici. Tra essi una giovane lecchese, Michela, che senza farsi prendere dal panico ha utilizzato i social per tranquillizzare amici e parenti circa la sua situazione.

“Rassicuro tutti sto bene sono viva sono chiusa nella mia stanza. Ma non è che sia molto serena” scrive poco dopo le 11.45 circa.

Passano pochi minuti e Michela aggiorna il profilo pubblico: “Stanno passando a perlustrare il mio piano pare che sia nascosto nel tribunale e noi siamo bloccati con ordine di non muoverci”.

Attorno alle 12.20 “Ci hanno detto che l’hanno preso” per poi aggiungere “Stiamo per evacuare”. Infine, poco prima delle 13: “Ora sono ancora in tribunale con gli altri e ci stiamo tranquillizzando”.

E’ finita, per Michela solo un grande spavento. Purtroppo però tre persone sono morte per il gesto di un uomo forse disperato, certo impazzito. Tre vittime uccise dai colpi della pistola di Giardiello, immobiliarista 57enne alle prese con problemi finanziari.

> La ricostruzione del “Fatto quotidiano”
(dal quale è tratta la foto in basso)

TRIBUNALE DAL FATTO