SPORT/PASSIONE, ALLENAMENTO,
E LA POSITIVITÀ DEL CAMPIONE.
A TU PER TU CON ALEX ZANARDI

zanardi1BARZANÒ – Carattere, determinazione e positività. Chi ha assistito alla serata di Alex Zanardi per il ciclo “A tu per tu con i grandi dello sport”, è tornato a casa con una gran voglia di vivere e di affrontare ogni sfida con una nuova energia.

Diciamocelo. Zanardi è un mito per molte persone. Per quello che ha fatto prima e dopo l’incidente in cui ha perso gli arti inferiori. Ma incontrarlo di persona, e vederlo come una persona reale, con dubbi e paure come tutti noi; vedere un atleta che per raggiungere un risultato si allena con impegno e meticolosità, a cui nemmeno il dramma ha saputo far perdere il sorriso, è qualcosa di diverso e forse molto più stupefacente che vederlo vincere due ori olimpici a 50 anni.

C’erano oltre 2500 persone al Centro sportivo Paolo IV di Barzanò. Molti, nonostante il freddo, hanno seguito la serata sul maxischermo allestito nel campo da calcio. Prima con la proiezione del film “50xRio” prodotto da Enervit, e poi con l’intervista di Zanardi con il giornalista Gianluca Gasparini, co-autore del libro “Volevo solo pedalare” sulla sua storia, da poco edito da Rizzoli.

zanardi12La domanda cardine della serata è stata: come si fa a vincere due ori olimpici a 50 anni, con avversari che ne hanno 25? “Più passa il tempo più sei capace di gestire l’elemento determinante che ti fa vincere – spiega Zanardi -. Sai attaccare al momento giusto, punti sulla tattica, sulla pazienza. A 25 anni sei pieno di energie, ma forse sei meno capace di gestirle. Poi c’è l’allenamento: se ho vinto è perché comunque ho fatto i 43 km/h media in una gara di 20 km”.

“Nelle Paralimpiadi andare oltre i propri limiti è molto complicato – ha raccontato ancora il campione -. Molti atleti riescono a farlo con 500 euro di pensione di invalidità, e hanno tutta la mia ammirazione. È vero, io ho più strumenti perché mi chiamo Zanardi. Adesso. Ma quando avevo 15 anni, il mio nome non voleva dire niente e quel che sono l’ho costruito da solo. Bisogna sempre crederci, e seguire le proprie passioni senza fermarsi di fronte alle difficoltà, ma tentare sempre di superarle con le capacità e gli strumenti che hai a disposizione”.

La parola “passione” è la più ricorrente nei racconti di Zanardi. “Se lungo la strada la fatica non ti regala piacere – ha detto – stai seguendo l’ambizione e non la tua vera passione. Solo con l’ambizione non puoi essere migliore degli altri perché ti manca qualcosa”.

zanardi14Seguendo la sua passione, Zanardi è riuscito in una metamorfosi incredibile: da pilota di Formula Uno a campione paralimpico di hand-bike, passando attraverso un incidente quasi mortale, 7 arresti cardiaci, 16 interventi in anestesia totale. “Risolvere problemi è la missione dell’uomo nella vita – spiega con semplicità -. la ricerca della strada è quello che appassiona: che tu lo faccia con le auto, le bici o altro è solo una scusa per fare ciò che piace. Ogni giorno è un’opportunità; la curiosità e la capacità di imparare dai propri errori è ciò che ti fa arrivare lontano”.

Tra un appello ai giovani a non imbottirsi di integratori e un ringraziamento al ct della nazionale Mario Valentini e allo staff che lo sostiene e lo circonda, Zanardi ha chiuso la serata tra continui scrosci di applausi e le risate, il calore del pubblico e i canti del Coro “Brianza” di Missaglia. Il campione bolognese ha così messo la firma su una delle più grandi serate “A tu per tu con i grandi dello sport” che DF Sport Specialist abbia mai organizzato. E (letteralmente) sui 400 libri venduti durante la serata, i cui proventi saranno destinati ai terremotati del centro italia.