STEFANONI CAVALIERE DELL’ORDINE MA “IGNORATO” DALLA TV LOCALE

In occasione della cerimonia del 2 giugno 2025, Silvano Stefanoni è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, per il suo impegno pluriennale nel campo della disabilità, in qualità di presidente regionale del Consiglio Lombardo dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e di presidente provinciale della F.A.N.D. di Lecco (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità).

“Desidero per esprimere profondo dispiacere e viva preoccupazione per quanto avvenuto nel corso della trasmissione andata in onda la sera stessa sul canale 75 dell’emittente TeleUnica – dice Stefanoni – Sono infatti state trasmesse le interviste ai tre altri insigniti della medesima onorificenza, mentre alla mia persona l’intervista non è mai stata nemmeno proposta né realizzata”.

“Non si tratta di un desiderio di visibilità personale – spiega Stefanoni – La mia storia e il mio ruolo parlano da soli. Ma non posso fare a meno di interrogarmi, pubblicamente e con fermezza: è forse stata evitata la mia intervista perché sono cieco? Perché si è preferito non mostrare in video una persona con disabilità, proprio in un’occasione che riconosce l’impegno in favore della disabilità stessa?”

“Se così fosse, saremmo di fronte a un fatto grave, discriminatorio e offensivo, non solo nei confronti del sottoscritto, ma verso tutte le persone con disabilità che ogni giorno lottano per essere parte piena della società, senza filtri, senza esclusioni, senza barriere culturali o mediatiche. Io non mi nasconderò mai – continua il Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana – E non accetto che qualcuno scelga di farlo al posto mio”.

“La disabilità non è un dettaglio da ignorare, non è una condizione da censurare. È parte della realtà, della dignità umana, della nostra collettività. Chiedo formalmente a TeleUnica di chiarire pubblicamente le motivazioni di questa esclusione e mi auguro che episodi di questo tipo non si verifichino più, soprattutto in contesti istituzionali dove il rispetto e l’inclusione dovrebbero essere valori condivisi e non disattesi”, conclude Stefanoni.