STORIE DELLA LINGUA ITALIANA:
PAOLINI NON SA PIÙ
QUALI PESCI PIGLIARE

pesca-agoni-dervio-18-680x300LAGO DI COMO – Arrivano nuovi pesci nel lago di ComoSe a Lecco non si sapesse più quali pesci pigliare, questa notizia casca a fagiuolo (quest’ultima varrà la pena approfondirla in seguito). È previsto infatti un ripopolamento su richiesta di Regione Lombardia a sostegno all’attività ittica. La Giunta ha approvato la realizzazione di interventi di ripopolamento per la stagione 2016/2017 nel lago di Como.

Al via quindi la moltiplicazione dei pesci, mentre per quella dei pani occorre aspettare ancora un po’. Se la Regione ha promosso la ripopolazione, ciò significa che a Lecco ora si potranno di nuovo pigliare pesci.

Dunque, tutti pronti per il risotto al pesce persico, i missoltini e già che ci siamo potremmo trapiantare anche l’astice e i calamari, vai di fritti misti a volontà. Finalmente a Lecco sapremo quali pesci pigliare, in base a quelli che si deciderà di trapiantare nel lago di Como. Purtroppo non è proprio così, la locuzione ‘non sapere quali pesci pigliare’ viene concepita come figura retorica per intendere il non saper prendere una decisione. Da dove deriva?

gabriele_paolini_roma_20-9-2015_2Paolini, il noto disturbatore televisivo, in un pomeriggio d’estate si ritrova al lago, zona Rivabella per intenderci, e decide di lasciare i propri pensieri a mollo come la canna da pesca che stringe tra le mani, passano le ore e ancora alcun pesce abbocca. Gabriele appunto non sa quali pesci pigliare. Metaforicamente, Paolini non solo non è in grado di pescare, ma sta riflettendo su come meglio passare il proprio tempo, a quali canali tv dedicarsi o a che politico affezionarsi. In un impeto di pazzia, o forse di ritrovata sanità, Gabriele Paolini si è fatto sostenitore del sindaco di Lecco, Virginio Brivio, e ha deciso di sostenerlo a modo suo. Certo, il non sapere quali pesci pigliare allude proprio alla facoltà random di estrazione dalle acque. Quindi ancora non sappiamo se credere nella stima di Paolini o definirla un caso del destino, fatto sta che, secondo il disturbatore, per Virginio è valsa la pena spogliarsi per le vie del centro con temperature che si aggiravano ai dieci gradi.

Quindi, non ci è dato sapere se Paolini fosse un pescatore provetto, quello che è certo è che probabilmente nemmeno Brivio faceva parte delle sue decisioni, ma gli è capitato appunto a tiro, destando notevole scalpore in chi passeggiava per le vie del centro città.

Nonostante ciò, nessuno si ispira a questa buffa situazione quando si allude al ‘non sapere che pesci pigliare’ in quanto noi stessi non sappiamo che pesci pigliare per giungere alla spiegazione della sua derivazione a modo di dire, qualcuno che ce l’ha fatta c’è, ed è Pico Luri di Vassano. Secondo lo studioso la locuzione, a cui attribuiamo il significato assodato di “non saper che cosa fare, non sapere quale decisione prendere”, suggerisce l’idea di un cervello contenuto in un vaso d’acqua, che ondeggia in un mare di pensieri, per cui la mente sconvolta e oppressa da pensieri pesanti e numerosi viene assimilata al mare, che come risulta evidente è l’habitat naturale dei pesci.

A scanso di ulteriori equivoci meglio non precisare dove potesse essere contenuto il cervello sopracitato.

Martina Panzeri

>Leggi qui gli altri episodi di Storie della Lingua Italiana