TELERISCALDAMENTO O RIFIUTI ZERO? DIBATTITO A CIVATE
CON ESPERTI E SOCIETÀ CIVILE

coordinamento-lecchese-rifiuti-zeroCIVATE –  Interessante incontro pubblico ieri sera, 6 maggio, a Civate, promosso dal Coordinamento Rifiuti Zero Lecco, sul delicato quanto scottante tema di Silea, del teleriscaldamento e dello smaltimento dei rifiuti. Nella Sala Civica di Villa Canali, dinanzi ad una sala gremita con molte persone anche all’esterno dell’edificio, hanno preso la parola Gianni Gerosa, coordinatore del gruppo, il Dott. Edoardo Bai, medico, e Roberto Fiorenti della Rete Rifiuti Zero Lombardia.

Come spiegato da Gerosa, il coordinamento è, sulla scia di quella che è stata l’esperienza dei No Cava, una rete di 11 associazioni e numerosi cittadini – in totale circa 100 persone -, nato alla fine del 2014, in seguito all’Autorizzazione Integrata Ambientale con cui Regione Lombardia ha concesso al forno inceneritore di 0perare a massimo carico termico, passando cioè dalle attuali 89mila tonnellate annue incenerite a 123mila. L’inceneritore di Valmadrera non è classificato fra i più efficienti e quindi alla concessione dell’AIA deve rispondere con un aumento dell’efficienza, dando cioè il via al progetto del teleriscaldamento.

Il progetto del teleriscaldamento consiste nel generare con il vapore della combustione acqua calda da mandare, con dei tubi sotterranei, negli edifici pubblici e nelle abitazioni, al fine di sostituire le obsolete caldaie a gasolio nel riscaldamento. Tuttavia questa operazione, dal costo di 50 milioni di euro, per il Coordinamento è sostanzialmente inutile: di fatto il teleriscaldamento sarà accessibile a un numero ristretto di edifici, a fronte di un notevole aumento dei rifiuti bruciati – con annessi e connessi – e un tracciato di 23km da scavare nei prossimi 8 anni.

forno inceneritore silea

Inoltre, prosegue Gerosa, nel lecchese la maggior parte delle caldaie sono già a metano e, se da un lato verranno sì eliminate le emissioni delle caldaie a Lecco, Malgrate, Valmadrera e Civate (questi, infatti, saranno i comuni interessati dal teleriscaldamento, pagato dai contribuenti di tutta la provincia), dall’altro l’aumento di rifiuti bruciati graverà ulteriormente su Valmadrera e Civate, i comuni più direttamente interessati dalle emissioni del forno. “Emissioni che, sebbene rientrino nei limiti della legge”, conclude Gerosa, “non per questo significa che non costituiscano un rischio per la salute dei cittadini. La nostra proposta non è dunque di chiudere dall’oggi al domani il forno inceneritore, bensì chiediamo ai comuni di non varare l’inutile progetto del teleriscaldamento e concentrarsi sullo studio di nuove pratiche di smaltimento che possano sostituire in un prossimo futuro la combustione dei rifiuti”.

Il Dott. Bai, dal canto suo, sottolinea quali sono i rischi per la salute prevalentemente riscontrati nella popolazione che abita nelle zone limitrofe ai forni inceneritori e tra queste, su tutte, spiccano le patologie legati all’apparato respiratorio e alla circolazione cardiovascolare. Sono inoltre attestati degli effetti cangerogeni, in quanto la ricaduta dei fumi andrebbe a modificare il nostro DNA. “Non tutti gli studi effettuati dimostrano questi danni, ma, su 46 totali, i 2/3 sì'”.

A Fiorenti spetta invece la parte più propositiva della serata: a suo dire, infatti, applicando una tariffa puntuale, ogni singolo cittadino sarebbe più incentivato a differenziare in modo corretto i rifiuti, diminuendo drasticamente la quantità di rifiuti secchi da smaltire. I casi portati sono numerosi e, come sottolinea Fiorenti, non sono nemmeno difficili da imitare: ciò che conta innanzitutto e perlopiù però è la volontà politica, che sembra in realtà mancare.

In conclusione della serata ha avuto luogo una lunga e vivace discussione fra i relatori e il pubblico, ma anche all’interno del pubblico stesso. In particolare da segnalare il siparietto fra Baldassare Mauri, sindaco di Civate, e Massimo Riva, candidato del Movimento Cinque Stelle a Lecco, in cui il secondo ha chiesto a Mauri di non votare il bilancio di Silea finché gli utili non verranno redistribuiti alla collettività (la votazione avverrà oggi, 7 maggio, ndr) e il secondo che ha risposto che un conto è fare politica, altro cercare il facile applauso.

Michele Castelnovo

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