‘TELERISCALDAMENTO PER POCHI,
GLI ALTRI SI TAGLINO LE TARIFFE’.
LA PROVOCAZIONE DI MAGNI

magni sandroAssolutamente condivisibile lo scritto di ulteriori considerazioni di Legambiente lecchese sul Teleriscaldamento. Ma la ragionevolezza non è di questi tempi. Lo si vede dalla decisione presa in provincia di non indire un Referendum Provinciale sul tema del riscaldamento. Non conosco le motivazioni, ma si ha l’impressione di un déjà vu. Con Alleanza Popolare che fa da stampella del PD. Cose già viste in Comune a Lecco. E tuttavia quella richiesta di referendum era sicuramente da perseguire, anche se l’esito ampiamente prevedibile. Chi scrive non ha perso la memoria e si ricorda come una dei maitre à penser di Alleanza Popolare, oggi salito di scranno, in Regione, invocasse, in Consiglio Comunale, di “affamare la bestia” cioè di tagliare l’intervento pubblico. Immaginato come la causa di tutti i mali. Non era originale il suddetto, ma quella era l’aria che tirava e tira. Fatto salvo poi di recente di dare agli “allocchi” un’altra immagine di sé. E fare l’elogio delle aziende locali, gestite bene. Silea in primis. Ma al dunque è poi tornato, o meglio altri scagnozzi del suo ristrettissimo circolo di amici, sui suoi passi. Il referendum non s’ha da fare. Ipse dixit il Pd e Alleanza Popolare o NCD (che dir si voglia)..

In realtà guardando anche agli esiti del ricorso amministrativo del Forum sull’acqua che ha avuto effetti fortemente negativi e contro lo spirito e la lettera del Referendum nazionale, parrebbe necessario percorrere una altra strada. Nel territorio lecchese, sono ben pochi i Comuni che hanno un interesse economico a percorrere la strada del Teleriscaldamento. Il 90% della popolazione ne è coinvolta solo negativamente attraverso il pagamento delle tariffe, legato al principio del costo pieno, ovvero al fatto che con le tariffe si debba pagare l’intero servizio; o meglio i cittadini attraverso le tariffe debbano pagare l’intero servizio. Anche se non ne hanno diretto o indiretto beneficio e qualunque siano le scellerataggini degli amministratori di queste aziende. Che operano in regime di monopolio territoriale e di reddito. Fuori da ogni logica effettiva di concorrenza.

silea-forno inceneritoreQuale è allora la soluzione più semplice? Per i Comuni limitrofi ad esperienze “virtuose” che organizzano un servizio più efficiente e meno inquinante e quindi anche meno costose, di far riferimento, concorrenzialmente, in questo raro caso, a quell’ambito organizzativo. Lo si può fare perché contrariamente all’acqua non esiste un ambito ottimale definito per legge. Per tutti gli altri cittadini, o in assenza di scelte comunali coerenti come quella sopra illustrata, la via più semplice è quella di auto-organizzare una riduzione delle tariffe. Pagando tariffe come se il Teleriscaldamento non ci fosse.

Voglio vedere , se la cosa ha un seguito, anche non massiccio, quali misure potrà intraprendere SILEA. Niente può impedire ai cittadini di esporre i loro sacchi di rifiuti. Il mancato ritiro è un problema solo di SILEA e degli Amministratori Comunali.

Certo è sempre possibile, in nome di pubbliche ragioni invocare misure repressive. Ma una guerra tra poveri di questo tipo non è così facile da gestire. E da organizzare. Soprattutto quando mancano i presupposti degli interessi economici. Riduzione delle tariffe, che in questo caso può anche accettare il principio del “costo pieno”, purché non esteso ai costi di investimento e gestione del Teleriscaldamento.

Alessandro Magni