TERMINAL BUS VIA BALICCO.
VALSECCHI SI SCAGLIA CONTRO
“L’ESPROPRIO PROLETARIO”

LECCO – Aria di novità in città, col progetto di un nuovo terminal per i pullman che prende ufficialmente forma: il Comune di Lecco avrebbe infatti individuato la zona perfetta per il capolinea dei bus lungo via Balicco, in un’area di oltre 4000 mq, dei quali 1440 di proprietà comunale e il resto adibito a spazio verde di un condominio (evidenziata in giallo nell’immagine di copertina). Il tutto nell’ottica di decongestionare il traffico dall’attuale stazione ferroviaria, con la viabilità spesso in tilt soprattutto negli orari di affollamento scolastico.

Una decisione che ha già fatto storcere il naso a qualcuno, soprattutto a causa del passaggio dell’aviso pubblico (avvprocedimento_ALBOPRET), che recita: “ha inizio la fase istruttoria del procedimento di approvazione del progetto per la dislocazione del terminal bus e di apposizione del vincolo preordinato all’esproprio e dichiarazione di pubblica utilità, relativamente alle aree interessate alla realizzazione del nuovo hub per il trasporto pubblico locale”.

“Ormai siamo all’esproprio proletario non ho più parole – commenta Corrado Valsecchi,  capogruppo consiliare di Appello per Lecco -. Famiglie che acquistano un appartamento nella zona di via Balicco con un fazzoletto di verde davanti per far giocare bambini, rendere godibile la vista in una zona già compromessa, far passeggiare gli anziani si trovano ora un procedimento del Comune che non gli lascia scampo”.

“Già la parola esproprio in una città come Lecco è quasi una bestemmia, se poi si usa per legittimare errori madornali di questa Amministrazione incapace e inconcludente la cosa fa anche più ribrezzo – continua -. Hanno deciso di non andare con il nuovo municipio in via Marco d’Oggiono acquistato dalla regione Lombardia per cinque milioni e settecentomila euro, hanno rinunciato ai fondi del PNRR che avrebbero, assieme ai fondi propri messi a disposizione dalla precedente amministrazione, consentito di avere la totale copertura della ristrutturazione, hanno impiegato risorse per mettere a posto uffici destinati all’abbattimento e affittato in angoli della città nuove sedi comunali per la felicità dei privati e adesso la ciliegina sulla torta: l’esproprio”.

“Ma dai, ma cosa siamo diventati? Non lo fanno più nemmeno in Russia l’esproprio, evidentemente questa Amministrazione ha un disegno di sviluppo che necessariamente deve turbare i sonni di cittadini e contribuenti. Adesso diranno è solo l’avvio di una procedura, l’amministratore condominiale può rispondere e verificheremo le controdeduzioni. Cose già viste e sentite, una gigantesca macchina di distrazione di massa che costa soldi e non produce nulla“.

“Potevano andare avanti con la ristrutturazione di via Marco d’Oggiono e oggi i dipendenti pubblici sarebbero già lì a lavorare, la parte meno nobile di palazzo Bovara abbattuta e la fermata dei bus trasferita in piazza Sassi assieme all’ingresso pedonale verso i binari della stazione. Piazza della stazione liberata per le soste brevi. Tutto questo era già stato discusso e approvato in linea di massima anche con esponenti di RFI. Non c’era bisogno di alcun esproprio, tutto sarebbe avvenuto su aree pubbliche o delle Ferrovie”.

“Francamente non so cosa pensano gli inquilini coinvolti in questo processo, ma passare dall’avere un giardinetto sotto casa al capolinea dei bus credo che qualche giustificato interrogativo se lo porranno. Non c’è nulla da fare se non litigano con qualcuno non sono proprio contenti, hanno ancora poco più di due anni da rimanere alla guida di Lecco, sono certo che ci vorranno successivamente pochi giorni per scordarci anche i loro nomi” conclude Valsecchi.