TESTAMENTO BIOLOGICO:
I COMUNI LECCHESI
RESPONSABILI DEL SILENZIO

LECCO – Negli scorsi mesi la Cellula Coscioni Lecco e l’associazione L’Asino di Buridano hanno effettuato un’indagine sullo stato del deposito delle D.A.T. (Disposizioni Anticipate di Trattamento, comunemente definite “testamento biologico”) in Provincia di Lecco e delle informazioni fornite dai Comuni. Il risultato è contenuto in questo report e diviso in due parti: nella prima viene mostrato il numero di D.A.T. depositate dal 2018 ai primi due mesi del 2022 ed è indicato quante di queste sono state trasmesse alla Banca dati nazionale; nella seconda parte viene mostrato quanti e quali Comuni forniscono, sul proprio sito internet, informazioni complete, chiare e facilmente accessibili sulle modalità di deposito.

Alcuni dati che saltano all’occhio. Primo: un elevatissimo numero di D.A.T. è stato depositato nel 2018, segno di un’esigenza ignorata per lungo tempo dal legislatore ma sentita dalla popolazione, che si è recata a redigere il proprio biotestamento non appena possibile. È facile immaginare che lo stesso fenomeno riguardi suicidio assistito ed eutanasia attiva, su cui il nostro Paese fatica a fare passi avanti. Secondo: più della metà dei Comuni della Provincia di Lecco non fornisce alcuna informazione sul tema, solo sette hanno una sezione del proprio sito completa, chiara e facilmente accessibile, mentre i restanti 27 forniscono informazioni incomplete o difficili da individuare all’interno del sito internet.

Terzo: non stupisce che al primo posto per rapporto D.A.T. depositate/abitanti vi sia Mandello del Lario, realtà amministrativa da sempre all’avanguardia in questo campo, che già prima del 2017 aveva istituito un registro dei testamenti biologici e collaborato con la Cellula Coscioni Lecco per assistere i cittadini interessati. Così come non stupisce scoprire che, tra i 13 Comuni con zero D.A.T. depositate, ben 12 appartengono alla categoria di quelli che non forniscono alcun tipo di informazione.

Pare evidente che molto vi sia da fare, in particolare nel campo della formazione e dell’informazione: rendere i cittadini consapevoli della possibilità di esercitare tale diritto deve essere una priorità. Pertanto, le associazioni locali coinvolte si impegnano per il futuro a sollecitare le istituzioni pubbliche affinché le informazioni fornite migliorino sia quantitativamente che qualitativamente e si mettono a disposizione per collaborare e assistere in questa operazione.