TRAGEDIA ARMENA/RICORDATO
ANCHE AL PARINI IL ”GENOCIDIO”

genocidio-armenoLECCO – Il 24 aprile si è ricordato in tutto il mondo il centenario del massacro di quasi un milione e mezzo di armeni per mano delle truppe dell’impero ottomano. Anche a Lecco, precisamente all’istituto Parini, due studenti che frequentano l’ultimo anno delle superiori hanno voluto informare tutti gli alunni della scuola sull’avvenimento storico.

Per questo, Florian Muça e Matteo Manzoni hanno chiesto autorizzazione al dirigente scolastico per passare classe per classe a spiegare il perchè della ricorrenza, distribuendo anche del materiale informativo realizzato da loro stessi. 

“Abbiamo deciso di parlare di questo argomento perchè ci sembrava giusto che venisse ricordato un fatto così grave ma poco conosciuto e diffuso” commentano gli oratori “per questo abbiamo chiesto alle autorità dell’istituto il permesso di diffondere informazioni e materiale nelle classi”.

Entrambi i ragazzi hanno visitato tutte le classi dell’Istituto dalla prima alla quinta chiedendo innanzitutto ai propri compagni se fossero a conoscenza dei fatti storici. “In pochi hanno saputo rispondere alla nostra semplice domanda sul genocidio armeno, quasi nessuno ne era a conoscenza” spiegano i giovani.

parini

“L’intento iniziale era quello di distribuire il volantino informativo ma la nostra proposta è stata accolta molto positivamente da quasi tutti i docenti che ci hanno invitato ad esporre le notizie storiche sul ‘genocidio’ degli armeni e a fine mattinata siamo rimasti molto soddisfatti dall’attenzione ricevuta sia da parte degli studenti ma anche dagli stessi professori”.

Un’iniziativa priva di ogni vincolo, soltanto la curiosità storica e la voglia di informare ha spinto Matteo e Florian a cercare di riportare alla luce un fatto realmente accaduto, e sicuramente i loro obiettivi sono stati raggiunti in modo soddisfacente.

IL VOLANTINO DISTRIBUITO E SPIEGATO AI RAGAZZI DEL PARINI 

Anniversario Genocidio Armeno (24/04/1915-24/04/2015)

LE ORIGINI DELL’ “ODIO”.

Oggi siamo qui a ricordare il 24 aprile 1915 come l’inizio dell’eliminazione sistematica del popolo armeno, ma bisogna sapere che tutto iniziò nel lontano 1894-96, quando il sultano Abdul-Hamid tentò di eliminare gli armeni dall’impero ottomano, questa sua iniziativa fu inoltre appoggiata da false dicerie concernenti pseudo-complotti che non facevano che aumentare il fanatismo della popolazione musulmana.

Fra il 1894 e il 1896 si contano fra le due e le trecentomila vittime armene.

Di sicuro la quasi totale indifferenza dell’Europa non aiutò, infatti incoraggiò solamente il “sultano rosso” a proseguire con la sua missione.

A tutto questo si aggiungeva la delicata composizione dell’Impero Ottomano che consisteva in un mosaico formato da popolazioni cristiane (popoli slavi, greci, siriani, armeni) e musulmane (turchi, curdi, arabi).

La dottrina dell’ “ottomanismo”, che consisteva nel progetto di fonderli in una “nuova nazionalità”, restò lettera morta, e venne soppiantata dopo il 1913 dalla dottrina del “panturchismo”.

COS’E’ IL “PANTURCHISMO”?

La dottrina del “panturchismo” considerava la razza turca superiore, e auspicava l’unione di tutti i popoli turchi, dal Bosforo alla Cina.

Ai popoli che ostacolavano quest’unione spettavano tre sorti: l’allontanamento, l’espulsione ed infine lo sterminio, triste sorte che spettò agli armeni.

LO SCOPPIO DELLA GRANDE GUERRA

Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale nel 1914 rappresentò una svolta radicale per il mondo intero.

I dirigenti turchi furono convinti a entrare in guerra a fianco delle Potenze Centrali, contro Francia, Inghilterra e Russia. A causa della posizione geografica il nemico principale della Turchia fu la Russia, si effettuarono numerose campagne contro la Potenza russa nel Caucaso, ma si rivelarono un disastro totale, il capro espiatorio fu subito trovato: gli armeni.

Il problema principale infatti era che nell’impero ottomano allora c’erano circa due milioni di armeni e circa un milione e mezzo in Russia.

La guerra li trovava dunque in campo opposti.

Per gli armeni risedenti in Russia non fu difficile battersi nell’esercito zarista, ma per quanto riguarda gli armeni ottomani, loro furono usati come un caprio espiatorio della disfatta Turca.

1915-1917 IL GENOCIDIO

All’alba di sabato 24 aprile 1915, vennero arrestati i maggiori esponenti dell’élite armena di Costantinopoli. In un mese, più di mille intellettuali armeni furono deportati verso l’interno dell’Anatolia e massacrati per strada.

In seguito alla deportazione degli intellettuali seguiva l’ordine generale di deportazione per tutta la popolazione armena.

I deportati erano obbligati a percorrere strade accuratamente programmate, e il luogo di riunione doveva essere Aleppo, in Siria. Ma solo una piccola percentuale dei deportati vi arrivava, date le stragi causate dalle malattie, dalla fame, dalla sete, a cui si aggiungevano le continue sevizie lungo la via: rapimenti, stupri, torture e uccisioni.

In tre mesi, alla fine del luglio 1915 non restava praticamente più nessun armeno.

Il numero dei morti non è preciso ma si calcolano circa due milioni di vittime armene.

TUTT’OGGI, LA TURCHIA NON RICONOSCE ANCORA IL MASSACRO DEL POPOLO ARMENO. 

Matteo Manzoni e Florian Muca 5°A Iter