LECCO – Oggi in Prefettura a Lecco l’incontro richiesto dalla Federazione Autotrasportatori, che da tempo evidenzia critiche per alcuni dinieghi dei nulla osta al transito dei trasporti eccezionali – in particolare in territorio comunale di Pescate, nel tratto della rampa di accesso alla SS 36 -, preannunciando possibili manifestazioni pubbliche di dissenso da parte della categoria.
L’incontro ha visto la partecipazione di attori istituzionali e delle categorie produttive e si è svolto alla presenza del presidente della Provincia e dei sindaci dei Comuni di Lecco e Pescate, del capo di gabinetto della Questura di Lecco, dei rappresentanti di ANAS e della Camera di Commercio oltre che degli esponenti del FAI. In apertura, il capo di gabinetto della Prefettura ha affrontato il tema sotto il profilo dell’analisi del procedimento amministrativo diretto all’autorizzazione al transito dei trasporti eccezionali, che coinvolge il Comune, competente al rilascio del nulla osta, e la Provincia, cui competono le autorizzazioni finali.
Il procedimento amministrativo “è calibrato sulla ponderazione tra valori di rilievo costituzionale, quali la libertà di iniziativa economica privata, cui il trasporto eccezionale su gomma è funzionale, e la sicurezza relativa alle infrastrutture viarie”. Le diverse componenti, istituzionali e private, coinvolte hanno quindi concordato un modello di cooperazione e prassi, che tenta di preservare i diversi interessi sul campo.
Limitatamente alla rampa di accesso alla SS 36 in Comune di Pescate e con riferimento ai procedimenti autorizzatori, si è concordato che la richiesta di trasporto eccezionale debba essere corredata da una perizia di parte, che verifichi e attesti la sostenibilità del carico e delle sollecitazioni indotte da questo sull’infrastruttura.
Il corredo istruttorio, già depositato e utilizzato dal Comune di Pescate per il rilascio del nulla osta, dovrà accompagnare le richieste di autorizzazione dei trasporti eccezionali nell’attesa della stesura di una perizia più generale, che sarà svolta con il supporto consulenziale di ANAS e in sinergia tra gli enti pubblici coinvolti nell’iter autorizzatorio.
La soluzione prospettata, “che tende a contemperare la verifica della sicurezza con il dinamismo produttivo del territorio”, è stata condivisa dopo aver approfondito l’esame dei singoli casi, traendo da essi un modello di buona prassi da seguire per il futuro.
Al termine dell’incontro, i rappresentanti del FAI hanno espresso apprezzamento per lo sforzo e le sinergie messe in campo dalle istituzioni coinvolte.
RedEco