Lunedì sera porterò in consiglio comunale la questione delle truffe a Lecco che stanno assumendo un rilievo preoccupante, da prendere estremamente sul serio con interventi operativi di polizia decisi e inflessibili.
Solo due settimane fa denunciavo una truffa odiosa ai danni di una conoscente novantenne che era stata presa in ostaggio con una narrazione persuasiva di un incidente alla figlia, del quale sarebbe stata responsabile con feriti.
I criminali, senza scrupoli, giocando sulla emotività della signora anziana, dopo avergli bloccato il cellulare che gli impediva di mettersi in contatto con i suoi cari, la convinsero ad andare in banca, aprire la cassetta di sicurezza e consegnare i valori al malfattore che sarebbero, a dir loro, serviti a pagare le spese immediate di avvocati e periti della procura che “avrebbero” avuto il compito di assistere la figlia a colloquio con il magistrato.
La signora quando mi ha raccontato questa vicenda era sconcertata e mortificata.
Oggi vengo a conoscenza che una coppia di amici, molto più giovani, sono stati truffati con una tecnica abbastanza simile, consegnando ai delinquenti spacciatisi per carabinieri e periti del tribunale soldi e valori cospicui che sono spariti nel nulla.
Gli stessi amici, increduli, mi hanno detto che le forze dell’ordine gli hanno riferito che nella stessa giornata avevano ricevuto altre denunce di truffe analoghe.
L’altro giorno trovo nel residence dove abito una locandina che mette in allarme i residenti perché persone non identificate hanno tentato di truffare alcuni inquilini.
Ora mi chiedo cosa sta succedendo a Lecco, consapevole che questi episodi accadono in tutta Italia, ma che sembra, negli ultimi tempi, abbiano subito una certa escalation.
Mi chiedo perché non vedo particolari richiami della Prefettura, delle forze dell’ordine di ogni grado, delle Istituzioni ad alimentare la sensibilizzazione, soprattutto verso gli anziani.
Questi criminali non possono rimanere impuniti, perché il reato è tra i più odiosi in assoluto; approfittarsi di persone vulnerabili, spesso anziane, toccando le corde degli affetti familiari o insinuando psicologicamente presunte colpevolezze mai veritiere.
È giunto il momento di fare qualcosa che vada oltre ad alcuni meeting di sensibilizzazione, occorre fare una campagna promozionale di massa che metta tutti i famigliari delle potenziali vittime in allarme, che eviti il perpetuarsi di questi episodi violenti e intollerabili.
In consiglio comunale chiederò che il sindaco e l’assessore alla sicurezza portino al tavolo della Prefettura, deputato ad affrontare queste situazioni, un tema delicato come questo che sta sollevando tante inquietudini nella comunità lecchese.
Non ne abbiano a male le Istituzioni della sicurezza di questo richiamo, fatto da un semplice consigliere comunale, ma non posso stare zitto davanti al divampare di incresciosi episodi di violenza che peraltro vengono perpetrati utilizzando proprio il nome di queste istituzioni; dalla Procura della Repubblica con finti periti o collaboratori, fino ad arrivare sfacciatamente a usare l’arma dei Carabinieri per i loro loschi scopi.
Sta di fatto che le persone truffate hanno fatto denuncia, quindi è evidente che ci saranno indagini in corso e mi auguro che portino ad individuare i responsabili al più presto restituendo la refurtiva ai legittimi proprietari.
Quello che serve ora, senza se e senza ma, è sensibilizzare l’opinione pubblica che poi quando viene colpita si sente addirittura colpevole e mortificata per non aver compreso che si trattava di una truffa e molte persone difficilmente si perdonano l’ingenuità di essere caduti in una trappola e faticano anche a parlarne con gli stessi amici e famigliari.
Davvero, bisogna fare qualcosa subito, prima che questi episodi assumano una dimensione di normalità.
Pertanto chiedo anche agli organi di stampa di dare evidenza, non già al mio comunicato stampa, ma che sono in corso attività truffaldine in città e che serve l’attenzione di tutti dai famigliari, agli istituti bancari e di credito, dalle istituzioni di ogni ordine e grado alla comunità attiva nel suo complesso.
Corrado Valsecchi, capogruppo consiliare di Appello per Lecco