UFFICI POSTALI: ARRIGONI (LEGA) TORNA ALLA CARICA: “NON CHIUDETELI NEI PAESI MONTANI”

arrigoniLECCO – Una nuova interrogazione del parlamentare lecchese Paolo Arrigoni è stata deposita ieri in Senato, indirizzata al Ministro per lo Sviluppo economico. Arrigoni, nell’elencare i criteri usati per elaborare la revisione del Piano di razionalizzazione che nel lecchese hanno portato al ‘salvataggio’ degli uffici di Verderio e di Maresso a Missaglia, quali la presenza o assenza di sportelli bancari nello stesso Comune, la distanza rispetto a un altro ufficio postale, la presenza o assenza e frequenza delle linee di trasporto pubblico locale, ha sottolineato come “fra i criteri adottati non è stato preso in considerazione uno molto importante che il Governo si era impegnato invece a garantire (con la mozione della Lega Nord approvata dall’Assemblea di palazzo Madama all’unanimità lo scorso 9 aprile), ovvero quello della permanenza degli uffici postali già presenti nei Comuni rurali e nei Comuni montani, così come definiti dall’articolo 2 della delibera Agcom 342/14/CONS, visto che sia negli uni che negli altri gli sportelli di Poste Italiane costituiscono da decenni un punto di riferimento insostituibile”.

Il senatore Arrigoni sottolinea come “la mancata previsione di questa tutela nei confronti dei comuni montani non ha scongiurato la chiusura di due importanti presidi del territorio lecchese: l’ufficio di Rossino a Calolziocorte e l’ufficio di Sala al Barro di Galbiate, facendo prevalere mere logiche di mercato e obiettivi di profitto a una concreta assistenza e riferimento per le fasce socialmente deboli”

Arrigoni chiede quindi al Ministro Federica Guidi “se non ritenga urgente farsi promotore di una momentanea sospensione del processo riorganizzativo di Poste Italiane affinché possano essere esclusi dalla lista degli uffici prossimi alla chiusura tutti quelli ubicati nei comuni classificati come montani”.