“UNA SINISTRA RIVOLUZIONARIA”
LA PROPOSTA MARXISTA
ANCHE NEI COLLEGI LECCHESI

sinistra rivoluzionariaLECCO – Anche a Lecco i cittadini, come in gran parte dei collegi elettorali di tutta Italia, quando si recheranno alle urne il 4 marzo troveranno sulla scheda il simbolo della lista “Per una sinistra rivoluzionaria”. Si tratta del risultato di un percorso in cui Sinistra Classe Rivoluzione, gruppo marxista attivo anche a Lecco, e il Partito Comunista dei Lavoratori, si sono impegnati per offrire un’alternativa reale di sinistra in un panorama politico dominato da discorsi e prospettive in gran parte di destra.

Per una sinistra rivoluzionaria – spiega Mauro Valsecchi del Coordinamento Nazionale Sinistra Classe Rivoluzione – rappresenta un’alternativa anche rispetto a quelle forze che, pur collocandosi in un ambito di sinistra, raccontano la favola che questo sistema economico, sociale e politico, che si chiama capitalismo, può essere aggiustato con qualche riforma e qualche regola in più. Noi diciamo invece che deve essere ribaltato radicalmente perché non funziona se non nell’interesse di pochissimi eletti e condannando tutti gli altri ad una vita di precarietà, quando non di vera e propria miseria. Oltre ad una reale alternativa, Per una sinistra rivoluzionaria ha da offrire anche un programma chiaro e dettagliato che parte dalla questione del debito e dell’Unione Europea: noi proponiamo il ripudio del debito, fatto salvo quella parte che è in mano ai piccoli risparmiatori e che devono essere rifusi, così come il ripudio unilaterale di tutti i trattati europei e degli obblighi fiscali che ne derivano. Un’Unione Europea dei popoli è impossibile finché la società è governata dai rappresentanti politici della borghesia; potrà essere solo l’unione delle banche e delle finanziarie.
Il sistema bancario italiano cade a pezzi e non riesce e non vuole più garantire credito ai cittadini: proponiamo l’esproprio senza indennizzo dei gruppi bancari e la creazione di un istituto bancario nazionale, pubblico, che garantisca un accesso agevolato al credito e possa fare gli investimenti adeguati al rilancio dell’economia.
Noi crediamo che i settori strategici produttivi e le grandi imprese debbano produrre nell’interesse della collettività: vogliamo che siano nazionalizzati e gestiti da commissioni, elette e revocabili in qualsiasi momento, di lavoratori. Così come tutte le fabbriche che delocalizzano, evadono il fisco o inquinano devono essere espropriate senza indennizzo e poste sotto il controllo dei lavoratori.
Questo consentirebbe di avere le risorse per raddoppiare i fondi alla sanità e alla ricerca medico farmaceutica, per un piano straordinario di investimenti nella scuola, nelle infrastrutture pubbliche e nei trasporti – così non rischieremmo più di morire andando al lavoro in treno o sotto i ponti che crollano sul traffico sottostante. Cosi come si potrebbe investire in un piano di edilizia popolare e di vero sostegno alle fasce sociali più deboli.
Vogliamo abolire tutte le controriforme sulle pensioni, a partire da quella della Fornero. Per noi la pensione dovrebbe essere pari all’80% dell’ultimo salario e dovrebbe essere raggiunta con un’età pensionabile non superiore ai 60 anni, o a 35 anni di contributi.
Intendiamo abolire immediatamente il Jobs Act, vogliamo il ripristino dell’art. 18 e la sua estensione a tutti i lavoratori dipendenti. Nessuno deve essere licenziato senza giusta causa. Vogliamo la trasformazione dei contratti precari in contratti a tempo indeterminato, un salario minimo intercategoriale fissato per legge, non inferiore ai 1.400 euro mensili e comunque una nuova scala mobile che indicizzi tutti i salari all’inflazione reale. Vogliamo un salario garantito ai disoccupati pari all’80% del salario minimo e una riduzione dell’orario di lavoro a un massimo di 32 ore settimanali a parità di salario.
Per il programma completo e dettagliato rimandiamo al nostro sito www.rivoluzione.red.
Potrebbe sembrare un libro dei sogni: non lo è affatto. In Italia – come nel resto del mondo – le risorse per realizzare tutto questo esistono. Secondo uno studio dell’Oxfam, negli ultimi 20 anni il 10% più ricco della popolazione italiana è passato dal possedere il 40 al 55% della ricchezza nazionale. Mentre l’1% al top possiede il 20% delle ricchezze del nostro paese.
Stiamo assistendo ad una campagna elettorale in cui ciascuna forza politica fa a gara a rincorrere e superare le altre nell’uso di luoghi comuni, ragionamenti e discorsi più o meno velatamente razzisti – sono loro i mandanti morali che hanno armato la mano del pazzo che ha sparato su uomini e donne inermi a Macerata.
Si tratta di una soluzione semplice, quella della retorica anti immigrato, ad un problema complesso; è la logica del capro espiatorio. “Rischi di perdere tutto per colpa dell’immigrato che ti ruba il lavoro e le risorse”.
Noi crediamo invece che quelli che rubano il futuro sono proprio il pugno di privilegiati di cui sopra, che ha accumulato una ricchezza oscena e ingiustificabile.
Il 4 Marzo chiediamo un voto per la Sinistra rivoluzionaria, ma soprattutto chiediamo un impegno attivo e militante. 50 anni fa, nel ’68, la grande rivolta degli operai e dei giovani fece tremare i padroni di tutto il mondo. Facciamo rivivere quella voglia di cambiare in questa battaglia elettorale e nel nostro impegno futuro!