VILLA MANZONI FA DISCUTERE:
‘ECCO COME STANNO LE COSE’
PER IL COMUNE DI LECCO

LECCO – Probabilmente è servita da stimolo la lettera, pubblicata in mattinata, nella quale Paolo Trezzi evidenziava il lassismo degli amministratori attorno alla vicenda Villa Manzoni. Di fatto il Comune di Lecco ha appena inoltrato un comunicato col quale intede fare chiarezza sull’iter dei lavori di ristrutturazione del bene. Pubblichiamo in versione integrale il documento, intitolato da Palazzo Bovara “Villa Manzoni, ecco come stanno le cose“.

Il progetto preliminare (primo lotto) dei  lavori di adeguamento di Villa Manzoni fu approvato quasi dieci  anni fa, nel lontano maggio 2005 (deliberazione di Giunta comunale n. 66 del 10.05.2005). Il progetto esecutivo fu approvato con determinazione dirigenziale n. 94 del 27.04.2006 per una spesa di euro 1.925.000,00. La relativa procedura di gara non fu però mai avviata in quanto il Consiglio comunale decise di stralciare dalla programmazione dei lavori pubblici il progetto di completamento (somma di euro 2.000.000 originariamente prevista nel bilancio 2009). Nel 2006 l’opera era appaltabile: bastava procedere poi ai lavori di completamento (non vi erano, allora, i vincoli stringenti di spesa posti dal 2010 in poi dal patto di stabilità). Invece, si decise di bloccare un progetto già cantierabile e si fecero evidentemente altre scelte di priorità. Il progetto esecutivo per il primo lotto dei lavori di adeguamento in poco tempo divenne ovviamente superato e quindi da aggiornare sotto il profilo tecnico, normativo e finanziario, con conseguenti nuovi oneri.
I lavori su Villa Manzoni furono poi reinseriti nella programmazione dei lavori pubblici nel triennio 2010/2012, con adeguamento della previsione dei costi rispetto alla progettazione del 2006.
Nel frattempo, a seguito della crisi economica internazionale e delle conseguenti limitazioni di spesa per gli enti locali a causa del patto di stabilità a livello nazionale (in particolare a partire dal DL 78/2010), la possibilità di spesa per investimenti per i Comuni è stata drasticamente ridotta dai vari governi che si sono succeduti.
Basti pensare che nel 2008 il totale degli impegni di competenza assunti per investimenti previsti nel rendiconto del Comune di Lecco era di circa 16,5 milioni di euro, mentre nel 2012 è sceso a poco più di 8,2 milioni di euro, per assestarsi nel consuntivo del 2013 a 4,1 milioni di euro. I pagamenti per investimenti hanno subito nello stesso periodo (per le medesime motivazioni) una fortissima riduzione da 8,7 milioni (nel 2008) a 4 milioni di euro nello scorso anno. Anche solo scorrendo questi dati, si può capire quale sia il drammatico scenario in cui il Comune di Lecco, come gli altri Comuni, ha operato negli ultimi anni.
Attualmente, nell’avanzo vincolato del Comune di Lecco risulta a disposizione per il primo lotto dei lavori di adeguamento di Villa Manzoni la somma di 2,1 milioni di euro. Nel fondo per il finanziamento di spese in conto capitale è disponibile l’ulteriore somma di 4 milioni di euro che potrebbe in parte essere utilizzata per il finanziamento del secondo lotto.
Il problema vero è che i vincoli del patto di stabilità non consentono di spendere tali somme. Anche il recente contributo statale di 450.000 euro certamente aiuta, ma non risolve il problema dei vincoli di spesa del patto di stabilità.
Proprio per questo è in corso con il governo attuale (come con il precedente) – e in particolare con il Ministero dei Beni culturali – un dialogo aperto da diverse pubbliche amministrazioni (locali e regionali) finalizzato a verificare la possibilità di un’esenzione totale dal patto di stabilità per interventi e opere di grande rilievo culturale e architettonico, come è stato per la messa a norma degli edifici scolastici. In proposito, è da ricordare l’interessamento del precedente Ministro Bray con cui si stava lavorando alla proposta di sottoscrivere un protocollo d’intesa con il Comune per la valorizzazione di Villa Manzoni nell’ambito dei circuiti culturali nazionali, che prevedeva fra l’altro un ruolo importante della Soprintendenza rispetto ai lavori di adeguamento della struttura.

Inoltre, precisiamo che essendo presenti a bilancio le risorse occorrenti per realizzare da subito il primo lotto e per finanziare anche il secondo lotto dei lavori per Villa Manzoni, non ha ragione di essere l’ipotesi dell’istituzione di una tassa di scopo, che comunque non risolverebbe il problema dei vincoli del patto di stabilità.

Nel contesto sopra descritto, l’amministrazione comunale in carica ha dovuto fare delle drastiche scelte di priorità, con conseguente accantonamento di opere importanti (tra queste, l’adeguamento di Villa Manzoni e il completamento dell’Ostello), per dare corso ad altri interventi altrettanto importanti ma più urgenti, quali, ad esempio, le manutenzioni stradali e degli edifici pubblici, il completamento del sottopasso di via Balicco, la realizzazione della pista ciclabile di Rivabella, i lavori per piazza Affari e il palazzo di Giustizia, gli interventi strutturali in via Dante, l’eliminazione dell’eternit dai tetti di tre scuole e degli spogliatoi del centro sportivo Al Bione…

Infine, per quanto riguarda la sospensione del riconoscimento regionale come musei della Galleria Comunale d’Arte e del Museo Manzoniano siti a Villa Manzoni, va precisato che tale riconoscimento era stato ricevuto dal Comune di Lecco a titolo provvisorio sia nel 2004 che nel 2007 e poi sospeso nel 2011, proprio a causa della mancata realizzazione negli anni precedenti dei lavori di adeguamento. Viene da chiedersi: perché nei “tempi di vacche grasse” i lavori di adeguamento di Villa Manzoni non furono avviati visto che nell’aprile 2006 era già pronto il progetto esecutivo, ultimo stadio prima della indizione della gara di appalto? Se quell’intervento fosse stato avviato nel 2006, oggi certamente Villa Manzoni non sarebbe nelle attuali condizioni.