VIVA BONACINA CI RIPROVA:
“NON TAGLIATE LA SCUOLA,
CI TAGLIATE LE GAMBE”

comitato viva bonacina 04LECCO – Per la serie i rioni di Lecco in subbuglio, ieri è toccato al quartiere di Bonacina, i cui residenti, raccolti nel comitato Bonacina Viva per la salvaguardia della loro scuola elementare, si sono alternati nei racconti sull’importanza della Scuola Primaria “Fabio Filzi” di fronte ai capigruppo delle forze politiche presenti in consiglio comunale. Presenti in sala i consiglieri Alberto Negrini, Stefano Citterio, Filippo Boscagli, Gianluca Corti, Giovanni Colombo, Massimo Riva, Alberto Anghileri.

Le “mamme incoscienti“, così definite negli ultimi tempi dagli avversi alla soluzione di ristabilire la classe prima alla scuola di Bonacina, si sono difese grazie alla loro portavoce Isabella Gianetri che ribadisce “incoscienti significa essere senza conoscenza e noi sappiamo bene quello che diciamo. Il comitato è stato fondato per la coesione della rete sociale del quartiere, che si avvale di due strutture: la scuola materna e la scuola elementare”.

Ricapitolando, a gennaio, su invito del Ministero della Pubblica Istruzione, i genitori sono stati invitati a eleggere quella che sarebbe stata la futura scuola dei propri figli, alcuni di questi hanno dunque scelto la scuola Filzi, nel rione di Bonacina. Successivamente la notizia: Bonacina, Malnago e Laorca senza scuola per l’impossibilità di aprire tre classi. Da qui la proposta di smistamento tra Malnago e Bonacina che però non è stata accolta dai genitori e la conseguenza è stata la formazione di una terza classe a San Giovanni.

comitato viva bonacina 01

Con l’illusione di un possibile distaccamento della scuola di San Giovanni a Bonacina – spiega Gianetri – i genitori delle due parti sono stati invitati dall’amministrazione a iscrivere tutti a San Giovanni, ma la proposta, ancora una volta non è stata accolta”. Ora le iscrizioni restano a Bonacina e Malnago, in numero però insufficiente e il comitato “Viva Bonacina” ha illustrato i benefici delle piccole scuole dei quartieri residenziali.

Unica parte a non aver avuto ancora voce in capitolo sono state le insegnanti e ieri sera la maestra Antonella ha deciso di prendere la parola, affermando che “si sono trattati molti temi in veste discriminatoria per la nostra scuola, come il tema della sicurezza dell’edificio, considerato agibile e che inoltre ha riscosso l’apprezzamento del provveditore Volontè, giunto in visita a sorpresa”. “Sono stati spesi 88.000 euro per la ristrutturazione dei plessi di Malnago, Bonacina e Chiuso – continua la docente – ma nessuno ha ricordato che nella cifra sono comprese le spese straordinarie per il rifacimento del tetto della Filzi”.

“La scuola è piccola, lo sappiamo, ma può ospitare fino a 99 persone, tra studenti, personale docente e ATA, numero che è sempre stato rispettato. Le scuole piccole sono essenziali per fornire adeguate attenzioni ai singoli bambini, per questo molte mamme non residenti nel rione hanno scelto ora e in passato l’istituto in questione”.

Ultimo punto dolente, spesso ribadito, è la mensa distaccata. Anzitutto, come sostiene la maestra Antonella, “insegna ai bambini a stare al mondo e superare le piccole avversità”; in secondo luogo, la mensa è situata nel refettorio del centro di Bonacina, a poche centinaia di metri dall’istituto, di conseguenza i bambini vengono accompagnati dalle maestre nella sala a loro adibita a piedi e poi ritornano nell’edificio.

Si tratta di un distaccamento, non di una mancanza, e la riflessione centrale della serata è semplice: “senza la scuola, Bonacina rischia di morire”.

Martina Panzeri