CALOLZIOCORTE, +EUROPA:
“NON È DISBOSCANDO
CHE SI FERMA LO SPACCIO”

CALOLZIOCORTE – Sulla decisione di abbattere arbusti ed essenze nel Parco Adda Nord presa dall’amministrazione di Calolziocorte con lo scopo di arginare l’attività di spaccio interviene +Europa Lario con una nota.

+Europa Lario esprime divertito stupore e totale disappunto in merito alla notizia relativa alla decisione da parte del Comune di Calolziocorte di procedere all’abbattimento di ben 201 arbusti ed essenze presenti nel Parco Adda Nord allo scopo di arginare l’attività di spaccio di sostanze stupefacenti che vedrebbe, proprio nell’area verde che costeggia il fiume Adda, uno dei maggiori centri di rivendita della zona. Ciò che si stenta a comprende è come l’abbattimento di alberi ed arbusti possa realmente impedire o anche solo limitare chi cede illegalmente stupefacenti dal trattenersi dallo svolgere una tale attività solo e semplicemente perché non godrebbe più della copertura mimetica offerta dagli arbusti. Se questa specifica motivazione fosse in qualche modo suffragata dalla logica e dai fatti, ne deriverebbe che sarebbe sufficiente abbattere le costruzioni, siano esse abitazioni o impianti industriali, che sorgono in zone cittadine dove è altrettanto attiva l’attività di cessione di droga, per eliminare il problema.

Non è certamente con l’abbattimento di centinaia di alberi che si fronteggia tale problema. La soluzione, infatti, sta nell’adozione di altre misure, molto meno clamorose e spendibili mediaticamente, che non un maquillage forestale dannoso per i cittadini e che va contro ogni azione di buon senso, soprattutto di questi tempi in cui necessitiamo di più verde e non certo di meno.

La misura evidenzia una certa miopia da parte dell’amministrazione calolziese – spiega Domenico Saggese, presidente di +Europa Lario – che sembra non aver compreso la natura invasiva, questa sì, dell’attività illegale di cui si sta parlando. L’unica via per la soluzione del drammatico problema dello spaccio degli stupefacenti rimane quella della legalizzazione, mentre è possibile cercare di porre un argine a tali attività incrementando la sorveglianza delle forze preposte al controllo dell’ordine pubblico o cercando di individuare le ragioni sociali ed economiche che portano tante persone a rivolgersi a pusher e intervenire con proposte e politiche pubbliche”.

Si tratta di una misura che ha del mimetico, giusto per fare della facile ironia, e non del sostanziale – ha aggiunto Francesco Cima Vivarelli, coordinatore di +Europa Lario –. Non si ferma il lucrosissimo traffico di droga abbattendo degli alberi. Una zona come quella del Parco Adda Nord offre un illimitato numero di appostamenti per nascondere o cedere sostanze stupefacenti. Chi è al centro di tali traffici non si farà certamente scrupolo di individuarne di nuovi, magari contando proprio sull’abbattimento di quelle piante. La cultura proibizionista non risolve i problemi, ma li aggrava e questo non è altro che l’ultimo esempio in ordine di tempo”.