EDITORIALE/IL RIFUGIO,
PRESIDIO DEL TERRITORIO.
SECONDA PARTE

di Claudio Trentani – gestore del Rifugio CAI “Carlo Porta”
Per alcuni l’idea che è passata è che i rifugi siano come è stato descritto nella prima parte dell’editoriale, pubblicata ieri qui. “Impegnati in feste della birra, del paese, dei coscritti, addii al celibato e chi più ne ha più ne metta nel far sentire a disagio chi semplicementa va per montagne”.

Parte II

RIFUGIO BRIOSCHIMA IL RIFUGIO È PORTATORE DI UN’IDEA deve rimanere un luogo altro, come tali sono le montagne. Un luogo dove alcuni valori resistono e prevalgono al mercato. Perchè l’idea per la quale sono stati costruiti  ed i valori che cercano di esportare sono quanto mai attuali, il rifugio, la parola stessa rifugio rappresenta un bisogno umano.

UN’ECONOMIA DIVERSA E SOSTENIBILE
Q
uesto non significa che il rifugio non possa essere una realtà economica, anzi, vuole dire spingersi oltre, conquistare con questa alterità un’ ampia fetta di mercato, tendere ad un economia moderna, etica e sostenibile, muoversi nel senso nel quale si sta muovendo il turismo che vede sempre di più l’affermarsi di realtà di accoglienza piccole e sostenibili (agriturismo, B & B).

IL RIFUGIO PRESIDIO DEL TERRITORIO
E’ importante ricordarsi di come i rifugi siano dei presidi del territorio, dei fari delle montagne. Controllo del territorio, soccorso alpino, avvistamento incendi, sentieristica, sono alcuni essenziali campi dove i rifugi si vedono parte attiva. Queste attività, che sembrano essere solo un accessorio all’accoglienza, sono invece il vero e indispensabile contributo dei rifugi alla collettività. Spesso di questo si dimenticano il CAI, gli enti territoriali e putroppo gli stessi gestori impegnati (sempre di più in quanto sempre più imprenditori) alla quotidiana lotta per la sopravvivenza.

E come per lo stolto che guarda il dito che indica la luna e ora di chiarire che parlando di rifugi si parla di un rapporto tra uomo e montagna, un rapporto mite, sostenibile, rispettoso. Una presenza umana in sintonia con l’ambiente, un presidio che permette di tener controllate le montagne anche dall’opera dell’uomo. Quanto si risparmia, quanto risparmia la collettività, avvistando per tempo un incendio? Quanto vale la presenza di un rifugio in caso di incidente in montagna? Su questo si deve valutare l’importanza dell’istituzione Rifugi e non sulla loro dotazione di vasche a idromassaggio o  bagni di fieno. Il CAI dovrebbe sensibilizzare le regioni, le provincie e quant’altri sulla indispensabilità di questo lavoro, l’importanza di questa presenza e farla sostenere.

Tempo fa l’amico Mauro del rifugio Rosalba ha avvistato sul nascere, a distanza di chilometri, due incendi. L’intervento tempestivo ha risparmiato ambiente e soldi di tutti.

Quello che l’uomo abbandona non torna alla natura ma all’abbandono. Se il giusto ha il compito di servire il disegno della natura; sulle montagne devono rimanere i Rifugi.


> LA PRIMA PARTE DELL’EDITORIALE